Assassin’s Creed C.
China, assassini 2D

Nonostante una certa monotonia di fondo e una IA mediocre, il primo capitolo della trilogia Assassin’s Creed Chronicles riesce a divertire grazie a un sistema di gioco stealth semplice ma funzionale alla struttura platform in cui è inserito. Ed è anche bellissimo da vedere.

Piattaforma: PC, PlayStation 4 e Xbox One

Genere: Action Platform

Sviluppatore: Climax Studios

Produttore/Distributore: Ubisoft

PEGI: 16

Il franchise di Assassin’s Creed è sicuramente uno dei più apprezzati e seguiti; una vera e propria gallina dalle uova d’oro per il publisher Ubisoft. È probabilmente questo uno dei motivi che hanno spinto la software house francese a portare su console next-gen e PC lo spin-off Assassin’s Creed Chronicles: China, primo capitolo di una trilogia che avrà ambientazione e protagonista differenti ad ogni capitolo. Andiamo a scoprire questo primo episodio.

Assassin’s Creed Chronicles: China è ambientato nella Cina del XVI secolo. L’imperatore è una marionetta nelle mani delle Tigri, un gruppo di templari che ha completamente annientato l’Ordine degli Assassini cinese. Il giocatore veste i panni di Shao Jun, uno dei pochi assassini cinesi sopravvissuti allo sterminio templare, che dopo essere fuggito e aver ricevuto un addestrato da nientepopodimeno che il maestro assassino Ezio Auditore (AC II, AC: Brotherhood, AC: Revelations), torna in Cina per compiere la propria vendetta e riportare all’antico splendore la Confraternita degli Assassini cinese. Una narrazione non particolarmente originale e che si limita ad accompagnare il giocatore lungo i vari livelli di gioco raccontando la storia di Shao Jun attraverso una serie di disegni in stile olio su tela.

Assassin’s Creed China è un platform 2.5D, ciò significa che l’azione del gioco scorre su due dimensioni anche se la grafica di ambiente e personaggi è tridimensionale. Il gameplay pesca a piene mani dalle dinamiche stealth viste negli Assassin’s Creed originali con il giocatore che, nei panni dell’assassina Shao Jun, deve superare livelli affollati di guardie nella maniera che preferisce: aggirandole come un’ombra senza toccarle, eliminandole di soppiatto oppure uccidendole alla luce del sole con la fidata katana. A seconda dello stile adottato per superare il livello, il giocatore accumula punti che migliorano automaticamente le caratteristiche di Shao Jun, come la vita o la quantità di armi trasportate. Per come è strutturato il sistema di gioco è però agendo in maniera furtiva che si accumuleranno più punti e quindi si potrà potenziare in maniera completa l’alter ego.

Per superare le guardie presenti nei livelli è possibile sfruttare diverse opzioni di nascondiglio presenti nello scenario: armadi, porte, zone d’ombra, buche, pilastri, finestre e tanto altro ancora. È anche possibile infiltrarsi tra la folla, proprio come già visto negli Assassin’s Creed tradizionali. Per creare diversivi utili a imbrogliare e aggirare le guardie, il giocatore può utilizzare anche un arsenale di tutto rispetto comprensivo di dardi stordenti, dardi rumorosi e coltelli da lancio. Shao Jun è in grado di attirare le guardie anche emettendo un semplice fischio, utile in caso le armi fossero finite. Purtroppo non è tutto oro quel che luccica. La varietà delle meccaniche stealth viene infatti inficiata da un’intelligenza artificiale dei nemici poco reattiva e facilmente eludibile: in caso si venisse beccati le sentinelle si limitano a controllare un’area di livello molto ristretta e queste hanno un cono visivo molto limitato (e per giunta visibile), al di fuori del quale il giocatore non può essere visto anche se la guardia si trova proprio di fronte a lui.

Pur offrendo una discreta varietà di situazioni e un sistema di gioco stealth semplice ma ricco dal punto di vista della possibilità strategiche, Assassin’s Creed Chornicles: China soffre di una certa ripetitività. Oltre al superamento delle guardie, infatti, non esiste nessun’altra sfida come, ad esempio, enigmi ambientali (anche elementari), combattimenti impegnativi, boss fight, o trappole da evitare. In realtà gli sviluppatori hanno provato a spezzare la monotonia con alcuni livelli alternativi in cui il giocatore deve scappare da un incendio che sta distruggendo lo scenario. Ma si poteva fare sicuramente qualcosa di più originale e strutturato. Colpisce positivamente l’aspetto grafico. Per la particolare scelta stilistica e cromatica, i fondali di Assassin’s Creed Chronicles China ricordano dei veri e propri dipinti. L’avventura di Shao Jun porterà il giocatore in alcune delle più evocative ed affascinanti località cinesi come la Grande Muraglia, il porto di Macao e la Città proibita, tutte tratteggiate sui fondali a leggeri e morbidi colpi di acquarello.

Pur non esente da difetti, questo primo capitolo della trilogia Assassin’s Creed Chronicles riesce a divertire grazie ad un sistema di gioco stealth semplice ma funzionale alla struttura platform in cui è inserito. L’intelligenza artificiale delle guardie mediocre e una certa monotonia del gameplay sono criticità da tenere in considerazione e che minano la qualità complessiva dell’esperienza, ma il prezzo aggressivo al qual viene venduto (9,99 euro) rende questo spin-off più di una semplice operazione commerciale.

Marco Locatelli

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