Overwatch: lo sparatutto
secondo Blizzard

Overwatch ha un roster di 21 eroi ottimamente caratterizzati, un design fresco e colorato, un gameplay solido e veloce. Blizzard ha fatto centro anche questa volta?

Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One e PC

Genere: Sparatutto in prima persona multiplayer

Sviluppatore/Produttore/Distributore: Blizzard Entertainment

PEGI: 12

In ogni settore ci sono società che non sbagliano un colpo e tutto ciò che toccano diventa oro. In ambito gaming, una di queste è senza dubbio Blizzard, software house americana famosa per aver dato alla luce il fenomeno MMORPG World of Warcraft (la cui trasposizione cinematografica è nelle sale proprio in questi giorni), il re degli action RPG Diablo, gli strategici Starcraft e Warcraft e il videogioco di carte collezionabili free-to-play ispirato a Magic, Hearthstone: Heroes of Warcraft. Considerato che la società è nata il lontano 1991, l’offerta quantitativa di Blizzard non è certo paragonabile a quella di altri sviluppatori di pari fama, ma nel rapporto “qualità-giochi prodotti” siamo di fronte ad un vero e proprio numero uno del settore.

Ecco perché quando Blizzard annunciò l’arrivo del suo primo sparatutto in soggettiva, Overwatch, in molti appassionati cominciarono a strapparsi i capelli e il cono d’interesse attorno al titolo diventò via via più imponente. Blizzard ha fatto centro anche questa volta? Nì. Sin dai tempi del primo Warcraft, Blizzard ci ha abituato a mondi di gioco ispirati e narrativamente ben tratteggiati. Fortunatamente Overwatch non fa eccezione. In un futuro non meglio precisato umani e robot (chiamati Omnic) vivono insieme in armonia. Ad un certo punto, però, le macchine cominciano ad attaccare gli uomini. Le Nazioni Unite decidono allora di costituire una task force, denominata appunto Overwatch, con l’obiettivo di eliminare la minaccia robotica. Una volta risolta la crisi, gli Overwatch continuano per diversi anni a sorvegliare e mantenere la pace sulla Terra. Questo fino a quando alcuni attacchi terroristici vengono ingiustamente imputati agli eroi e portano l’opinione pubblica a tacciarli come criminali. Ma il mondo potrebbe ancora aver bisogno dei suoi guardiani.

Anche se una vera e propria storia a fare da sfondo alle schermaglie online di Overwatch non esiste, i ragazzi di Blizzard hanno spinto forte sulla creazione di background degli eroi attraverso la pubblicazione di cortometraggi in computer grafica e fumetti, rilasciati già in fase di pre-lancio. Una scelta senza dubbio interessante e qualitativamente molto valida, a tal punto che alcuni fan chiedono già a Blizzard di realizzare una vera e propria serie TV dedicata all’universo di gioco, che effettivamente ha del grande potenziale narrativo. Ma questa è tutta un’altra storia.

Overwatch è uno sparatutto in prima persona only multiplayer che vede due team di sei giocatori contrapporsi all’interno di mappe discretamente ampie e dal design fresco e graficamente apprezzabile. Le modalità di gioco sono: Conquista, in cui una squadra deve conquistare dei punti sulla mappa e una deve difenderli; Trasporto, in cui un team deve scortare un carico passando per dei punti di controllo, mentre l’altro deve impedirlo; poi c’è un mix fra Conquista e Trasporto e, infine, Controllo, in cui le due squadre si contendono il possesso di un punto, e vince il primo team che raggiunge il 100%. Modalità non particolarmente originali e innovative, ma studiate ad hoc per valorizzare ed esaltare le caratteristiche degli eroi, il vero punto di forza di Overwatch; e nondimeno stimolare il gioco di quadra.

In quest’ultima fatica targata Blizzard il giocatore potrà scegliere fra 21 personaggi, e avrà anche la possibilità di passare da uno all’altro durante il match. Gli eroi sono ottimamente diversificati e caratterizzati sia nel design – che ricorda molto lo stile cartoonesco e colorato di World of Warcraft – che nelle abilità. Il roster è diviso in quattro categorie: attacco, difesa, tank e supporto. Questo significa che i giocatori sono chiamati a scegliere il proprio alter ego non solo semplicemente in base ai propri gusti ma andando incontro alle necessità della squadra: ad esempio, durante un match di attacco sarà importante avere un team molto offensivo, al contrario, in una partita di difesa è fondamentale avere in squadra personaggi con abilità difensive o tank. Insomma, in Overwatch non vince solo chi è più bravo, ma il team più equilibrato e completo.

Equilibrio e gioco di squadra sono dunque le parole chiave del gameplay di Overwatch. Il ritmo dei match è dinamico, le partite risultano sempre molto divertenti ed eterogenee grazie alla grande varietà bellica offerta dagli eroi e alla declinazione tattica di ogni scontro. Overwatch, però, finisce qua (almeno per ora). E questo è sia il suo punto di forza che il più grande limite. Il nuovo arrivato di casa Blizzard vuole infatti essere un’esperienza immediata, adattata a tutti, dove a contare è esclusivamente la capacità nel saper sfruttare le abilità degli eroi in funzione del gioco di squadra e non quanto tempo si passa con il pad in mano. Overwatch è un gioco del tipo “tutto e subito”, “usa e getta”, per fare qualche metafora che possa rendere l’idea della sua fulminea fruibilità.

Strizzando l’occhio alla filosofia MOBA, in ogni partita di Overwatch tutti i giocatori partono dallo stesso livello, tutti partono zero. A riprova di questo è la totale mancanza di un sistema di crescita degli eroi (nemmeno a partita in corso, come accade invece in Battleborn). Giocando si ottengono punti esperienza utili a far salire il livello del giocatore, ma con il level-up si ottengono semplicemente dei forzieri contenenti nuove esultanze o nuovi abiti dei personaggi. Tutte caratteristiche che fanno di Overwatch un potenziale videogioco da competizioni e-sport.

La montagna ha partorito il topolino. Senza dubbio un gran bel topolino, con cui si potranno passare tante ore di sano e spensierato divertimento, ma nulla a che vedere con altri giganti della famiglia Blizzard, come Diablo o Warcraft. Overwatch ha un roster di 21 eroi ottimamente caratterizzati, un design fresco e colorato, un gameplay solido e veloce, ma è davvero troppo povero di contenuti. Per poter puntare ad un futuro roseo, Overwatch ha bisogno di molta (ma davvero molta) più carne al fuoco: modalità, mappe, contenuti e magari un qualche sistema di crescita che fidelizzi il giocatore.

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