Risen 3: gdr di qualità
ma troppo conservatore

Il team di sviluppo tedesco Piranha Bytes ha raggiunto l’olimpo del mondo videoludico grazie alla saga di Gothic, gioco di ruolo apprezzatissimo da milioni di fan e di cui Risen è considerato – a ragione – il successore spirituale.

Piattaforma: PC, PlayStation 3 e Xbox 360

Genere: gioco di ruolo

Sviluppatore: Piranha Bytes

Produttore: Deep Silver

Distributore: Koch Media

PEGI: 16

Il team di sviluppo tedesco Piranha Bytes ha raggiunto l’olimpo del mondo videoludico grazie alla saga di Gothic, gioco di ruolo apprezzatissimo da milioni di fan e di cui Risen è considerato – a ragione – il successore spirituale. In questo terzo capitolo del brand il giocatore veste i panni di un nuovo “avventuriero senza nome”, figlio del capitano pirata Barba d’Argento, che durante un’esplorazione con la sorella Patty è stato derubato della propria anima per mano di un Signore delle Ombre. L’eroe senza nome – e ora anche senza anima – dovrà girare in lungo e in largo il mondo di Risen per cercare di recuperare il proprio spirito e porre fine alla minaccia delle Ombre. Senza un taglio registico altamente spettacolare e complesso come altri giochi di ruolo quali Dragon Age o The Witcher, Risen 3 propone una narrazione affascinante e ricca di dettagli, corroborata da un’atmosfera fantasy-piratesca suggestiva e linee di dialogo ben scritte e quasi sempre interessanti.

Consci della buona qualità del precedente capitolo (Risen 2 Dark Waters), i Piranha Bytes hanno deciso di andare sul sicuro e proporre la medesima struttura di gioco. Il giocatore può quindi muoversi liberamente all’interno del mondo di gioco, completamente esplorabile, composto da diverse isole (che possono essere visitate senza un ordine preciso), sulle quali portare a termine missioni principali e secondarie, scovare i diversi tesori nascosti e svolgere attività collaterali come il tiro a segno o il braccio di ferro. In Risen 3 esistono inoltre tre fazioni a cui il personaggio potrà aggregarsi: pirati, maghi e cacciatori di demoni. A differenza di Risen 2, però, tale scelta non ricadrà solamente a livello narrativo ma influirà anche sullo sviluppo del personaggio che avrà a disposizione nuove abilità da apprendere dai maestri, oltre a quelle più classiche come nuove mosse, pattern d’attacco o il crafting. Non mancherà ovviamente il sistema di crescita più tradizionale: attraverso l’eliminazione di nemici e il compimento di missioni si acquisiscono infatti dei punti gloria che servono per incrementare le caratteristiche del personaggio, come le capacità nell’attacco con pistole, fucili, armi da mischia o il livello di resistenza.

Interessante il sistema che gestisce la moralità: a seconda delle risposte date durante i dialoghi, infatti, il personaggio aumenterà o perderà il suo livello di umanità, con piccoli risvolti su trama e missioni. Confermati nave ed equipaggio, con la possibilità di portare a terra un membro della ciurma per combattere al proprio fianco. Il rapporto con i comprimari è del tutto superficiale, sia dal punto di vista del gameplay (non è possibile dare ordini specifici o cambiare equipaggiamento), che delle relazioni sociali, limitate a semplici scambi di battute o poco altro. L’unico vero neo del sistema di gioco rimane però il combat system, macchinoso e legnoso come pochi altri, nonostante la buona volontà degli sviluppatori tedeschi nell’aggiungere animazioni e nuove mosse come la parata con i mostri, capriole evasive, il colpo potente, vari tipi di magie o il teletrasporto a corto raggio.

Risen 3 è un gioco di ruolo old school di buona qualità e in pieno stile Piranha Bytes. Purtroppo non offre nulla di veramente nuovo rispetto al suo predecessore e non risolve nemmeno l’annoso problema del combat system macchinoso, che nonostante alcune migliorie continua a non convincere. Al netto di ciò, i fan del genere, e nello specifico delle opere made in Piranha Bytes, non potranno farsi sfuggire questo nuovo capitolo.

Marco Locatelli

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