Htc Vive e Oculus Rift:
vale la pena acquistarli?

I visori per la realtà virtuale hanno finalmente invaso il mondo del gaming, ma ha senso spendere tanto per averli? Ve lo diciamo in questa approfondita analisi.

Con i visori per la realtà virtuale Oculus Rift e Htc Vive finalmente disponibili sul mercato (ma non nei negozi: i due headset sono pre-ordinabili solo sui rispettivi store online e l’attesa per averli è molto lunga) e già nelle mani di chi ha li ha prenotati mesi fa, migliaia di videogiocatori italiani - e bergamaschi - si staranno facendo la fatidica domanda: «dovrei acquistare un visore per la realtà virtuale?». Forse no. Forse è meglio aspettare.

Viste le indiscutibili potenzialità hardware, e al netto del prezzo esorbitante (di cui discuteremo più avanti), verrebbe da dire di sì, senza nemmeno farci troppi pensieri. Tuttavia, la storia recente del gaming ci ha insegnato che la maggior parte degli esperimenti nati per rivoluzionare la fruizione del videogioco sono andati quasi sempre male. Basti pensare, ad esempio, al 3D, ma anche ai vari controller di movimento come Microsoft Kinect per Xbox 360, e successivamente Xbox One, e al PlayStation Move di Sony. Tutti dimenticati in breve tempo tanto dall’utenza quanto dalle stesse società che li hanno lanciati in pompa magna.

È pur vero che la tecnologia dei visori per la realtà virtuale porta in grembo la scintilla di una rivoluzione dalla proporzioni epocali, molto più di quanto avrebbero potuto fare al suo tempo il 3D e i sopraccitati motion controller. La realtà virtuale potrebbe infatti rivoltare come un calzino l’approccio al videogioco, ma non solo: anche il modo di pensare e vedere il cinema, la televisione e persino altri contesti non strettamente legati al mondo dell’entertainment. Potenzialmente questi visori potrebbero persino influire sulle relazioni umane, sull’ambiente lavorativo, sulla quotidianità di ognuno di noi, in maniera concettualmente simile a quanto invadono – in maniera meno appariscente ma altrettanto marcata – la nostra vita gli smartphone. Ma siamo già pronti ad andare in giro con una sorta di super occhialone sul viso? Difficile dirlo ora, ma probabilmente no.

Ma come funzionano questi visori per la realtà virtuale? Htc Vive e Oculus Rift sono periferiche da collegare ad un computer (molto potente, come potrete leggere più avanti) che permettono, a chi le indossa, di immergersi in un mondo totalmente virtuale e a 360 gradi, nel quale è possibile spostare il punto di osservazione semplicemente ruotando la testa. Attualmente, la principale differenza fra i due visori è che con Htc Vive è possibile interagire direttamente con gli oggetti virtuali tramite due controller (uno per mano, e venduti al lancio col visore), e che l’esperienza di utilizzo può essere dinamica e svilupparsi all’interno di un ambiente fisico ampio (una stanza di circa 4,5 x 4,5m) che viene tracciato da due appositi apparecchi posizionati negli angoli della stanza e quindi trasformato in un mondo virtuale. Differente - almeno per ora - la filosofia di Oculus Rift: il visore di Facebook non dispone ancora dei controller per interagire con l’ambiente digitale (verranno rilasciati nella seconda metà dell’anno) e quindi l’esperienza e l’interazione rimangono ancora statiche e per certi versi più tradizionali: seduti e impugnano un normale gamepad.

Per quanto riguarda i videogiochi disponibili, esistono già alcuni prodotti interessanti, ma il parco titoli è ancora striminzito e nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti dimostrativi, mini-giochi ed esperimenti. Htc Vive, realizzato in collaborazione con Valve, è il visore Steam ufficiale e quindi potrà contare su una libreria esistente enorme e su un sottobosco di sviluppatori indie molto attivo, allo stesso modo Oculus Rift vanta una partnership con Microsoft la quale sembra avere a cuore il futuro del visore di Facebook (la società di Zuckerberg ha acquisito il team di sviluppo Oculus VR il 25 marzo 2014 per circa 2 miliardi di dollari). Le premesse ci sono tutte, ma è ancora presto, troppo presto, per cantare vittoria: anche Kinect e compagnia bella erano partiti molto lanciati...E poi? E poi niente, sono finiti in soffitta insieme a tante belle promesse.

Se finora abbiamo decantato il grande potenziale di questi dispositivi, è arrivato il momento di andare sul concreto: quanto ci costa tutto questo concentrato di tecnologia? Parecchio, a quanto pare. Oculus Rift è disponibile al prezzo di 699 euro, mentre Htc Vive è ancora più caro: 899 euro. Pensandoci bene si tratta di fasce di prezzo simili a quelle di un qualunque smartphone di fascia alta, ma c’è una differenza sostanziale: i cellulari sono ormai considerati oggetti fondamentali per le persone e molti non si fanno problemi ad investire mezzo stipendio per accaparrarsene uno, gli stessi che, probabilmente, non sanno nemmeno dell’esistenza dei visori per la realtà virtuale e per i quali non spenderebbero di certo metà salario. Non è finita: i visori non funzionano in maniera indipendente, ma devono essere collegati ad un PC, un PC molto potente: per poter funzionare correttamente hanno infatti bisogno di una scheda grafica GeForce Gtx 970 o una Radaeon R9 290 (300/400 euro) e un processore Intel Core i5-4590 (200 euro) e minimo 8GB di RAM. Un altro scoglio per molti potenziali utenti, i quali si troverebbero a dover aggiornare la propria macchina da gioco anche se ancora performante per il gaming tradizionale. Htc Vive e Oculus Rift saranno seguiti, ad ottobre, da PlayStation VR di Sony per PlayStation 4, che costerà 400 euro. Con la sua entrata in scena, l’headset di Sony potrebbe cambiare nuovamente lo scenario visto il prezzo inferiore e la compatibilità con la console nipponica. Ma questa è un’altra storia.

Difficile dire se oggi vale davvero la pena acquistare Htc Vive o Oculus Rift, soprattutto a dei prezzi tanto impopolari e con l’aggravante degli elevati requisiti hardware. Il grande potenziale tecnologico e l’indiscutibile «effetto wow» da soli non bastano, e il non proprio esaltante destino di motion e 3D gaming ne è la prova inconfutabile. Le premesse sembrano buone, ma sarebbe saggio attendere qualche tempo e vedere quale direzione prenderanno publisher e sviluppatori nei confronti della realtà virtuale.

Nel frattempo, chi volesse provare la realtà virtuale con prodotti molto più economici - e con funzioni ovviamente più limitate - può acquistare il super economico Google Cardboard (13,99 euro su Amazon), un visore in cartone, al cui interno va inserito uno smartphone compatibile, che permette di assaporare la realtà virtuale sullo schermo del cellulare.

Marco Locatelli

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