Di chi sono questi attrezzi?
Rubati tra Lallio e Dalmine il 2 agosto

La banda agiva in pausa pranzo: con loro anche un minorenne. Notati nel parcheggio di due ristoranti, sono stati arrestati dai carabinieri. L’appello delle forze dell’ordine: i proprietari degli attrezzi ci contattino.

Aspettavano l’ora del pranzo e poi, mascherando la targa del loro veicolo, forzavano le portiere dei furgoni di operai edili e artigiani per rubarne gli attrezzi: martedì sono stati però notati da un artigiano di 44 anni a Curnasco in atteggiamento sospetto, prima nel parcheggio del ristorante «Parsifal» e poi in quello del «7 Nani». Grazie alla segnalazione dell’uomo, sono stati individuati e arrestati dai carabinieri del radiomobile di Bergamo. Si tratta di A. H., 39 anni, e C. S., 36 anni, entrambi residenti in un campo nomadi a Milano. Il secondo, tra l’altro, è costretto su una sedia a rotelle a causa di una patologia neurodegenerativa: con loro anche un sedicenne, nipote del trentaseienne, che è stato affidato alla comunità Azimut di Brescia e denunciato per furto aggravato in concorso.

Tutto è cominciato verso le 12,30 di martedì in via Bergamo, a Curnasco di Treviolo: un artigiano che si stava fermando al ristorante «Parsifal» per la pausa pranzo ha notato tre persone aggirarsi in modo sospetto nel parcheggio. Avendo subito una decina di giorni fa il furto di attrezzi dal suo mezzo, li ha tenuti sotto controllo, allertando al tempo stesso i carabinieri del radiomobile: ai militari ha segnalato anche che il trio aveva alterato con un foglio di cartoncino con numeri inventati la targa del Fiat Scudo con cui viaggiava. Senza farsi notare il 44enne li ha quindi tenuti sotto controllo e li ha visti raggiungere il parcheggio del ristorante «7 Nani», sempre a Treviolo ma in viale Europa. Dopo un po’ sono ripartiti e hanno raggiunto il parcheggio vicino al negozio «Europa Ceramiche» di Lallio, a poche centinaia di metri dal ristorante, e lì hanno tolto il cartoncino dalla targa. Proprio in quel momento i carabinieri li hanno raggiunti e bloccati, identificandoli.

A bordo del loro veicolo i militari hanno subito trovato arnesi da scasso nella parte anteriore, ma sul retro anche diverse valigette e kit di attrezzi professionali, per un valore stimato tra i 4 e i 5 mila euro. Mentre era in corso il controllo, tra l’altro, è arrivata la denuncia di un artigiano che, fermo per la pausa pranzo al «7 Nani», aveva trovato il proprio veicolo forzato e constatato il furto di un trapano e kit completi di chiavi e cacciaviti, per un valore di 500 euro: attrezzi che un controllo ha permesso di trovare sul furgone dei tre nomadi. L’appello dei carabinieri: chi riconoscesse i suoi attrezzi può contattare le forze dell’ordine per riavere il materiale rubato, probabilmente tra Lallio e Dalmine lo scorso 2 agosto.

Secondo la ricostruzione il 36enne, causa le sue condizioni, avrebbe fatto da «palo», mentre il minorenne e l’altro avrebbero materialmente agito. A quel punto sono scattate le manette per i maggiorenni, processati ieri in direttissima difesi dall’avvocato di Milano Maurizio Vinciguerra. Interrogati dal giudice Massimiliano Magliacani i due hanno ammesso la loro responsabilità. Il difensore, a fronte della richiesta di custodia in carcere avanzata dalla Procura, ha obiettato per il 36enne l’incompatibilità con il carcere a causa delle condizioni di salute e per il 39enne per via della sostanziale incensuratezza (ha un solo precedente risalente a 19 anni fa): il giudice, convalidando gli arresti, ha invece applicato a entrambi il carcere, evidenziando sia la gravità dei fatti che la premeditazione e l’organizzazione, segni di «spiccata capacità criminale», insieme alla presenza del minorenne. Il processo è stato aggiornato al 22 settembre.

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