L’omicidio di Marisa, parla la sorella
«Così si è convinta a lasciarlo»

Deborha Sartori, la sorella di Marisa, la venticinquenne uccisa dal marito Ezzeddine Arjoun il 2 febbraio a Curno, racconta, in un’intervista pubblicata su “L’Eco di Bergamo” di mercoledì 13 marzo, la serata dell’omicidio, il suo ferimento, i rapporti della sorella con il marito ora in carcere per averla uccisa.

Deborha Sartori, la sorella di Marisa, la venticinquenne uccisa dal marito Ezzeddine Arjoun il 2 febbraio a Curno, racconta la serata dell’omicidio, il suo ferimento, i rapporti della sorella con il marito, che ora si trova in carcere per averla uccisa.

«L’episodio che l’ha spinta ad andare via di casa e a rifugiarsi dai genitori a Curno è dell’aprile 2018 – ricorda Deborha parlando dell’allontanamento di marisa da Ezzeddine –, quando il tunisino ha rotto il naso a un vicino di casa a Sant’Omobono. Quel giorno lui è andato due volte a suonare a casa dei miei genitori e due volte i carabinieri lo hanno allontanato. Dopo quattro ore era a Seriate, sotto casa del mio fidanzato, perché pensava che Marisa fosse lì e urlava: “Vieni giù che ti ammazzo!”. Abbiamo chiamato i carabinieri che lo hanno allontanato, era ubriaco. Dopo quell’episodio mia sorella per dieci giorni non l’ha più visto, poi abbiamo saputo che aveva ricominciato a vederlo di nascosto. A settembre le cose sono cambiate, aveva davvero paura e solo in quel momento si è decisa a tagliare ogni rapporto con lui».

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