Professoressa uccisa a Seriate
I figli: «Nostro padre violento con lei»

Le rivelazioni della trasmissione «Quarto Grado»: le testimonianze dei figli di Gianna Del Gaudio racconterebbero di violenze fisiche e verbali del padre.

La trasmissione «Quarto Grado», nella puntata in onda domenica 7 luglio, è tornata sul caso di Gianna Del Gaudio, la professoressa di Seriate uccisa nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016. Documenti esclusivi e testimonianze chiave che potrebbero dare una svolta nelle indagini, a tre giorni dall’udienza preliminare che si terrà giovedì 11 luglio presso il Tribunale di Bergamo. Il giudice dovrà decidere se mandare a processo Antonio Tizzani, il marito della Del Gaudio e unico indagato per l’omicidio della donna, o se archiviare il caso.

«Quarto Grado» ha mostrato in anteprima i verbali dei due figli che hanno confermato come Tizzani fosse violento e picchiasse la moglie da diversi anni. Mario, il primogenito, ricorda fin da bambino: «Mio padre sferrava delle violente sberle facendola barcollare o tirava i capelli a mia madre sempre per motivi futili, tra i quali ad esempio una portata servita in ritardo o non come a lui gradita». Mario Tizzani continua a raccontare agli inquirenti di essersi messo in mezzo più volte tra il padre e la madre, per difendere quest’ultima, e di averle chiesto di denunciare il marito, aggiungendo che la risposta era sempre la stessa: «Mia madre mi diceva che comunque lo amava. Addirittura, ricordo che era costretta a truccarsi il viso per nascondere eventuali traumi, perché il giorno dopo doveva presentarsi a scuola davanti agli alunni e colleghi».

Tesi confermata agli inquirenti anche dal secondogenito Paolo: «Abbiamo assistito a dei frequenti litigi nel corso dei quali mio padre aggrediva mia madre, prima verbalmente, offendendola dicendole “stai zitta, tu non capisci niente, cretina, etc.” concludendo, sia in mia presenza che in presenza di Mario, spesso con aggressioni fisiche».

Tizzani durante le indagini ha sempre dichiarato di aver visto quella notte un uomo incappucciato frugare nella borsa della moglie e poi scappare. Tesi smentita da alcune testimonianze di vicini di casa che hanno sentito urla molto forti di un uomo. Una testimonianza confermata da due ragazze che stavano chiacchierando in auto, con i finestrini aperti, a poche centinaia di metri dalla casa della professoressa: «La nostra attenzione veniva attirata dalle urla molto forti di un uomo; erano urla rabbiose l’uomo appariva estremamente alterato e la voce era roca. Ho compreso solo le parole “non è possibile cazzo” e a tratti sentivo la voce molto flebile di una donna che piangeva disperata. Ciò è durato circa 20 minuti ovvero fino alle ore 00.35». Un dettaglio che potrebbe risultare decisivo riguarda una delle due ragazze che mentre era in caserma a testimoniare sente, nella stanza accanto, parlare Tizzani e riconosce la sua voce come quella dell’uomo che urlava.

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