Quando la leggerezza
viene perduta

All'inizio della singolare fiaba «La leggerezza perduta» di Cristina Bellemo e Alicia Baladan (Topipittori, 28 pagine, euro 20) c'è un castello nel cielo, come nel celebre cartoon del giapponese Hayao Miyazaki.

All'inizio della singolare fiaba «La leggerezza perduta» di Cristina Bellemo e Alicia Baladan (Topipittori, 28 pagine, euro 20) c'è un castello nel cielo, come nel celebre cartoon del giapponese Hayao Miyazaki. Un castello vero, con tanto di cinta muraria, merli, mattoni, ma sospeso su una nuvola. Ma questo bizzarro maniero è diventato negli anni troppo pesante.
Così re Celeste un bel giorno invita tutti quanti a buttare giù dalla torre le cose «superflue». Ma quali saranno mai? Quali sono le cose pesanti e quali quelle leggere leggere? Tra quelle pesanti c'è per esempio «il martello per piantare grane, modello di ultima generazione tecnologica» (questo parecchie persone lo possiedono) tra quelle leggere i sogni, i desideri, gli amori, i pensieri. Questi, addirittura, pare abbiano il potere di togliere peso. Re Celeste con tutte le cose scartate apre un museo del superfluo e i visitatori arrivano numerosi da tutto il mondo.
E il castello? Salvo, naturalmente. Nel frattempo, piccoli e grandi lettori si chiedono come si faccia, nella vita reale, a distinguere cos'è superfluo, e cosa significa vivere senza. E magari trovano risposte fantasiose, aiutati da questo racconto incantevole e da illustrazioni di particolare raffinatezza, capaci di immergere anche un argomento apparentemente così «materiale» in un'atmosfera magica.

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