«Caro Papa Francesco
ti aspettiamo a Bergamo»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Alcuni studenti raccolgono il messaggio lanciato dal Papa in questa tragedia che colpisce il mondo, e condividono con noi le loro riflessioni.

Caro Papa Francesco,

Lei sarà ricordato nella storia come il Papa Umano. Ci ha dimostrato che la Chiesa è fatta di gesti semplici, terreni, umani, di iniziative come una telefonata a uno dei sette miliardi di abitanti della Terra che oggi vive un dramma...

In questo tempo di dolore per la tragica pandemia che ha colpito il mondo, Lei ha manifestato la sua umanità in tanti modi, quando in una piazza San Pietro deserta ha urlato a Dio tutta la sofferenza dell’umanità per l’epidemia di Coronavirus: «La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità».

E lo ha fatto con un gesto entrato ormai nelle caratteristiche del pontificato: la telefonata. «Pronto, sono Papa Francesco...». Questo gesto così semplice ma così umano ci ha commossi e ci ha resi tutti partecipi di uno stesso dolore.

Noi ragazzi del primo anno del Tecnologico “Alan Turing” di Bergamo, abbiamo riflettuto su questi suoi gesti, che ci hanno confortato, e le alleghiamo alcune delle nostre riflessioni:

Siamo già sulla tua barca

Carissimo Papa Francesco, non avrei mai immaginato di scriverLe una lettera... Ora però le cose sono cambiate, la nostra amata normalità è stata travolta e la mia percezione della Sua figura è cambiata, e nel massimo rispetto del Suo ruolo, posso dirLe che L’ho sentito molto vicino.

Non potendo partecipare alle celebrazioni nella mia parrocchia, io e la mia famiglia abbiamo seguito il percorso quaresimale e le funzioni trasmesse dal Vaticano in tv.

Mi ha davvero colpito - nella benedizione Urbi et orbi - il Suo discorso, ma anche l’atmosfera surreale di una Piazza San Pietro deserta e muta. Le volanti della Polizia sullo sfondo e Lei solo sulla pedana allestita ad altare. Roma, come ogni città di Italia, sembrava in guerra, con gli abitanti chiusi nelle case. In quel momento ci siamo sentiti tutti veramente sulla barca di Cristo, sulla Sua barca Papa Francesco! Noi virtualmente siamo saliti a bordo, o forse ci siamo resi conto solo allora di esserlo già, in balia di una tempesta universale, che ci ha visti tutti sofferenti e spaventati, ma uniti, e il Suo richiamo alla carità è stato d’ispirazione per tutte le persone del mondo della sanità, ma anche per noi cittadini....

La mia città, Bergamo, è stata duramente colpita dall’epidemia… per molti giorni dalla mia finestra sentivo solo campane suonare a morto e sirene di ambulanze... Negli ospedali i medici hanno lavorato senza tregua per aiutare i tanti malati, tra questi ci sono i più fortunati che sono guariti, ma molti li abbiamo rivisti solo nei cortei dei mezzi militari che portavano le salme fuori regione per la cremazione.

Sono state giornate dure e pesanti. Sapere che Lei ha pensato di esprimere la sua vicinanza alla mia città con le Sue “carezze”, preghiere e con la chiamata alla redazione de L’Eco di Bergamo mi ha colpito... La ringrazio perché si fa sentire vicino, uno di noi.
Piergiorgio Arioli

Anche se isolata, ti sento vicino

Ho sempre seguito le Sue parole di speranza e di incoraggiamento in tv... Anche se isolata in casa con la mia famiglia sono riuscita a sentirLa vicino come quando da piccola sono andata in Piazza San Pietro per assistere alla Sua Benedizione. Rivedere la piazza deserta con Lei al centro ha suscitato qualcosa di nuovo in me, come tutte le cose nuove che sto affrontando.

Lei ha rappresentato la solitudine in cui l’uomo sta vivendo in questo momento, ma le Sue parole durante l’omelia sono state di conforto e mi hanno ridato forza per rinascere in una nuova idea di vita perché, come Lei ci ha ricordato, eravamo convinti di vivere sani in un mondo malato. Mi auguro che il Suo appello sia stato recepito da ogni coscienza.
Alice Compagnoni

Stiamo soffrendo molto

Gentile Papa Francesco, la situazione dolorosa che stiamo attraversando comporta un’acuta sofferenza per le nostre famiglie e comunità. La nostra regione, in particolare, sta patendo un impatto molto forte. Quindi Le chiedo di continuare a pregare per me e per la mia famiglia, e La ringrazio per la Sua vicinanza a noi tutti, lei ci fa capire che non siamo soli, e che ce la possiamo fare, restando uniti e pregando tutti assieme! Caro Papa io e la mia famiglia preghiamo sempre per Lei come ci chiede sempre...
Andrea Vasini

Come Papa Giovanni

Caro Papa, noi a Bergamo abbiamo sempre avuto come riferimento il Papa bergamasco, Giovanni XXIII. Lei ha vari aspetti in comune al “Papa Buono”, perché a modo vostro avete cambiato la chiesa.

Noi apprezziamo la Sua umanità nel tenere a cuore i più bisognosi. L’intero mondo è in una situazione drammatica, Lei non solo ha pregato giorno e notte, ma è anche sceso in strada passeggiando come un uomo qualsiasi e si è recato in una chiesa qualunque per pregare come tutti... Telefonando addirittura a persone che hanno contratto il virus cercando di confortarle, come un amico, e forse è proprio così che potremmo chiamarla... Papa Giovanni veniva chiamato il papa buono, lei potremmo definirla “il papa amico”, amico di tutti, senza alcuna distinzione.
Filippo Gamba

Continui a pregare con noi

Le scrivo per ringraziarla e per continuare a pregare insieme a tutte le persone del mondo per sconfiggere questo terribile virus, poiché le giornate si fanno di giorno in giorno più dure a causa del distanziamento sociale che stiamo vivendo.
Matteo Poli

L’aspettiamo a Bergamo!

Per la grave crisi che l’intero pianeta sta vivendo, sento il bisogno di una guida che mi aiuti a capire il senso di questa situazione. I Suoi messaggi arrivano a tutti, anche ai non credenti e, per questo motivo, Lei rappresenta per me la persona in grado di indicare il cammino verso il “dopo”. Per questo, spero che Lei venga a Bergamo per darci sostegno e speranza, per dare la forza a noi giovani di affrontare il futuro con un atteggiamento positivo.
Andrea Masotti


Studenti della prima classe del Tecnologico “Alan Turing” di Bergamo

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