«Ciao Luna, buon viaggio Liam, buona vita
e mi raccomando: non dimenticateci mai»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Nonna Marina è a Rovetta, i nipotini - che non vede da due mesi - nel Pavese. E allora lei scrive una storia tutta per loro.

Non vedo i miei nipotini Luna e Liam da più di due mesi perchè vivono nel Pavese e, data la distanza, non vengono spesso... Siamo però sempre riusciti, vicino alla data dei rispettivi compleanni, ad organizzare delle piccole “prefeste di precompleanno” con tanto di tortina, regalini e auguri e l’eventuale presenza di qualche amatissimo zio che riesce ad esserci (siamo tutti lontani l’uno dall’altro e alcuni lavorano all’estero).

Quest’anno, la prefesta per il compleanno di Liam (5 anni a maggio) salta sicuramente e, mentre mi accingevo a scrivere gli auguri, mi è uscita una favoletta con lui come protagonista che parla anche di Luna, la sua sorellina di 8 anni che lui ama visceralmente da quando ha aperto gli occhi. Ve la spedisco con l’augurio che tutti i nonni possano abbracciare il prima possibile i propri nipotini vicini e lontani per raccontargli, come fosse una favola, questo incredibile momento che stiamo vivendo.

Il bambino sulle nuvole

C’era una volta un bambino piccolissimo che viveva felice sulle nuvole del cielo. Era un bambino sempre allegro perché giocare con le nuvole è molto divertente.

Le nuvole erano di tutti i colori: bianche naturalmente, ma ce n’erano anche di azzurre, verdi, rosa, gialle… Pochissime erano di color arcobaleno, ma erano così belle che quando ne aveva vista una per la prima volta ci era saltato dentro subito e per giorni e giorni non se n’era più andato... La “sua”, dove stava la maggior parte del tempo, era verde scuro, soffice e profumata come un prato.

Il bambino piccolissimo passava la giornata saltando da una nuvola all’altra, facendo capriole, rimbalzando e rotolando. Non si faceva mai male naturalmente perchè era leggero leggero e le nuvole erano morbide come panna montata. Giocava quasi sempre da solo, ma, una volta alla settimana, gli facevano compagnia degli angioletti. Erano bambini come lui, solo che avevano le ali che lui non aveva (e che gli invidiava moltissimo) così che non dovevano saltare da una nuvola all’altra per muoversi. Loro sapevano volare e potevano stare sollevati nell’aria o buttarsi in picchiata fino a sfiorare la Terra.

Era bellissimo quando poteva giocare con loro e avrebbe voluto che venissero tutti i giorni, ma gli angioletti venivano solo una volta alla settimana per un paio di ore e poi se ne andavano...

Quel giorno l’angioletto col quale andava più d’accordo – erano molto amici - si era fermato un po’ di più e gli aveva spiegato la situazione.

«Vedi Liam (questo era il nome del bambino piccolissimo) noi siamo angeli e abbiamo tantissimo da fare. Ad ognuno di noi è stato assegnato un bambino sulla Terra, quella palla azzurra laggiù, vedi? Non possiamo lasciarli mai, né di giorno, né di notte; solo per un paio d’ore alla settimana ce ne stacchiamo per venire a giocare coi bimbi non ancora nati, come te, ma poi ritorniamo subito accanto a loro. Ecco perché non possiamo stare sempre con te!».

Per qualche settimana Liam stette buono e non chiese agli angioletti di stare più a lungo con lui, ma poi ricominciò a sentirsi solo, terribilmente solo ed annoiato. Smise di fare le capriole e passava tutto il giorno a guardare la Terra da un buco che aveva fatto nella sua nuvola.

Un giorno vide una bambina giocare tutta sola in un grande cortile. A volte la vedeva in compagnia di molti vecchietti... Aveva lunghi capelli color dell’oro e la pelle bianca come una nuvola. E gli occhi erano azzurri proprio come il cielo in cui galleggiavano le sue nuvole. Liam si era affezionato a quella bambina e avrebbe dato tutte le sue nuvole, anche quella arcobaleno, per poter giocare qualche ora con lei.

Un giorno l’angioletto, che era anche il suo miglior amico, arrivato all’improvviso come al solito, lo trovò che guardava la bambina e, siccome era un angelo, capì tutto al volo. Lo toccò dolcemente con la sua ala luminosa e gli chiese: « Ti piacerebbe, Liam, giocare con quella bambina e vivere sempre con lei?». Liam lo guardò stupito : «Certo che mi piacerebbe! È una bambina simpatica ed è sola anche lei, ha i capelli d’oro, gli occhi come il cielo e la pelle come le mie nuvole».

«Se vuoi, ti potremmo far scendere sulla Terra e potresti diventare il fratellino di quella bambina…». «Cosa vuol dire fratellino?». «Vuol dire il suo bimbo preferito, il suo amico, il suo compagno di giochi. Diventereste grandi insieme e vi vorrete sempre bene e quando uno dei due piangerà anche l’altro sarà triste e quando uno di voi due sarà felice, l’altro avrà gli occhi che brillano, avrete lo stesso sangue, ma non è il sangue che conta, avrete lo stesso cuore diviso a metà ed è questo che farà di voi due fratelli».

Liam non aveva capito molto perché in fondo era un bambino piccolo, ma sentì una felicità immensa riscaldarlo tutto. «Sì! Sì! Voglio diventare il fratello di ….». Si interruppe perché non sapeva ancora il nome della bambina.

«Si chiama Luna» gli disse l’angioletto-amico. «Luna!»disse Liam e gli sembrò il nome più bello del mondo.

Sorrideva ancora mentre l’angelo gli disse: «Preparati allora. Oggi è il 7 maggio, ma è sera, ormai è troppo tardi per partire. È deciso! Verrai portato a destinazione domani, l’8 maggio! Buon viaggio allora Liam, buona vita e mi raccomando! Non dimenticarti mai di noi!».
Marina Rossi

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