L'Eco della vita / Bergamo Città
Sabato 18 Aprile 2020
«Grazie cari medici e infermieri
che non fate mancare una carezza»
Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere sentimenti e progetti in questo momento di isolamento. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo. Le foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino la pubblicazione dell’immagine.
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IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
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Una lettrice ci comunica la sua emozione alla lettura del messaggio inviatole dal suo medico di famiglia, lo stesso che l’ha curata e salvata. E poi un altro lettore ci scrive una poesia in ringraziamento del lavoro degli infermieri.
Il mio medico mi scrive
Stamattina ho ricevuto gli auguri dal mio medico di famiglia, e questo mi ha dato una forte emozione essendo stata curata anch’io da lui via telefono... Mi piacerebbe pubblicare il suo messaggio in segno di grande umanità e amore nel proprio lavoro: ha fatto molto per me e ne sono veramente riconoscente.
«Carissime e carissimi pazienti, ho deciso e pensato di inviarvi io questa volta un messaggio per farvi gli auguri e per salutarvi dopo questi 50 giorni circa di calvario per il coronavirus.
Sto inviando questo messaggio alle decine e decine di miei pazienti colpiti più o meno gravemente da sintomi virali e che ho seguito in parte a domicilio e soprattutto telefonicamente, dedicandomi esclusivamente a voi, ininterrottamente sette giorni su sette durante tutto questo periodo.
Ho cercato di impostare terapie adeguate per ciascuno di voi, interfacciandomi con cardiologi e pneumologi di riferimento per trovare la “quadratura” terapeutica più corretta e adeguata per commettere meno errori possibili. Ho supportato alcuni di voi in cui è subentrata molta ansia, depressione e paura cercando di trasmettere serenità e tranquillità per superare questo delicatissimo periodo della nostra vita. Alcuni di voi li ho dovuti inviare, purtroppo, in ospedale; la maggioranza è guarita, ma alcuni con mio immenso dolore, li ho persi.
Vi ringrazio tutti, siete stati bravi, rispettosi, pazienti e osservanti delle indicazioni, concedendomi tutta la vostra fiducia. Chiedo scusa a chi ho risposto, qualche volta, frettolosamente perché ero in quel momento schiacciato dalle telefonate, o a chi ho fatto attendere.
Rinnovandovi gli auguri di Buona Pasqua, che possa dare un po’ di serenità, vi ricordo che il tutto non è ancora assolutamente finito e vi invito a rispettare sempre le regole. Ci rivedremo più in là in ambulatorio, e sempre disponibile».
Il grazie agli infermieri in poesia
Grazie infermieri/e, siete sempre in prima linea, al servizio degli ammalati con tenacia e responsabilità,
Grazie per la vostra generosa disponibilità, siete veramente persone speciali e di cuore,
svolgete il servizio agli ammalati con amore, gentilezza, che vi dona onore.
Grazie infermieri/e, sapete trasformare le difficoltà che incontrate nei reparti degenza, in forza e umanità,
trasmettete agli ammalati, buon umore, calma, serenità, luce e speranza, svolgendo un servizio di qualità.
Grazie, perchè assieme alla terapia praticata con impegno, sicurezza e grande professionalità, non fate mai mancare ai pazienti, una carezza, un sorriso, che sono una sana medicina, fatta con bontà.
Grazie, siete meravigliosi, vi organizzate con efficienza il vostro lavoro in collaborazione, ogni vita salvata vi dà grande soddisfazione.
Grazie perchè non fate mai pesare la stanchezza sui malati, per i turni di lavoro duri per la mancanza di personale,
le avversità le fate diventare un’ opportunità, per raggiungere l’obiettivo, salute e benessere agli ammalati.
Grazie del vostro sacrificio e impegno per combattere la nuova infezione, il coronavirus e di praticare i valori della vita.
Francesco Lena
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