«Il cuore non va in quarantena
Continua ad amare»

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Cristina Taufer, insegnante di Tecnologia, ha assegnato, con la didattica a distanza, il compito «Realizzare la scatola dei desideri» ai propri allievi delle classi prime, seconde e terze della Scuola media statale di San Pellegrino Terme. Pubblichiamo una selezione di immagini e testi, accompagnata da un’appassionata valutazione della professoressa.

L’ attività ci ha dato un riscontro che non ci aspettavamo. Da questo piccolo progetto è uscita una splendida creatività ma anche molti pensieri, a volte anche parecchio personali. Molti ragazzi hanno aperto il loro cuore spiegando il perché di ciò che avevano messo nelle loro scatole. I lavori sono stati tantissimi, circa 150: tutti hanno risposto e mandato foto di quello che hanno realizzato. E non c’era voto ma solo tanta voglia di lavorare. I lavori, a mio avviso, sono meravigliosi non tanto per la bellezza di queste scatole realizzate interamente dagli allievi partendo da cartoncino di scarto, non potendo andare in cartolibreria; quello che più mi ha colpito è quanto ci hanno messo dentro, i loro pensieri, le loro paure, i loro sogni, oggetti che ricordano persone care che non vedono da settimane, il loro papà che abita in un altro paese e non possono vedere, la nonna, i compagni di calcio, tutto quello che a loro manca insomma. Tutto questo mi ha veramente aiutato a conoscere quella parte di loro che a volte, attraverso la semplice didattica tradizionale, difficilmente emerge. Viviamo in questo comune della Valle Brembana gravemente colpito, eppure si parla poco dei nostri ragazzi, di come loro stanno vivendo in questo momento. Molti hanno problemi di connessione, difficoltà tecnologiche, molti hanno avuto lutti, hanno perso nonni. Ci sono genitori ricoverati all’ospedale. Essendo a pochi passi, ci sono genitori che fanno gli infermieri e con i loro turni infiniti vedono i figli con il contagocce, sempre con il terrore di portare contagi a casa. Non possono uscire a prendere una boccata d’aria, eppure continuano il loro lavoro scolastico con serietà, esprimendo in occasioni come queste, oltre a tutto il loro impegno, quello che hanno dentro anche a livello personale, preoccupazioni, desideri, paure.
Cristina Taufer

Ho deciso di fare così la mia scatola dei desideri: ho scritto Sissi e Dasy che sono i nomi della mia gatta e del mio cane che in questi giorni mi stanno facendo molta compagnia. Comunque volevo farle notare che nella mia scatola non ho messo solo una cosa ma ben sei oggetti che sono per me importanti: una scatolina che mi diede mia nonna che non vedo da settimane, la foto da piccola con mio papà che non vedo da un mese perché abita a Orio e non può venire a Zogno nemmeno a trovarmi e mi manca veramente tanto, la matita per gli occhi che mi ha regalato un’altra mia nonna che non vedo ormai da un mese pure lei, il ciondolo rosso che mi fece mio nonno, un bordo elastico che mi ha regalato la mia cuginetta poco prima di essere messa in quarantena e l’anello in segno di amicizia della mia migliore amica Martina che non vedo da troppo tempo. Questi sono tutti oggetti importanti che mi ricordano le persone a me care che non vedo da settimane. Mi mancano moltissimo.
Elisa

Il cuore non viene messo in quarantena ma continua ad amare anche a distanza. Continuiamo a sognare l’arrivo di un domani migliore!
Paola

La speranza è che il domani ci riporti la salute, la libertà e la possibilità di riabbracciare le persone che amiamo.
Giacomo

Noi siamo un arcobaleno in bianco e nero dopo una tempesta fatta di colori.
Giada

«La scatola dei desideri» realizzata dagli allievi Beatrice F., Andrea A., Andrea M., Sofia, Paola, Luca, Debora

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