«Pur isolata, tutti i giorni
ricevo una visita a sorpresa»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

«Grazie - ci scrive Anna - perchè mi date la possibilità di comunicare le mie riflessioni... Potranno essere utili un domani ai miei nipoti per comprendere come ho vissuto questo strano periodo».

Non sono sola

«Ciao nonna, ma non ti viene mai a trovare nessuno?» con voce triste ed incredula mi chiese il mio Emanuele. «Nessuno...non si può. Bisogna aspettare...».

In realtà gli avevo detto una bugia..., se avesse saputo di sicuro avrebbe esclamato «Perché lui e non noi?».

Ma è stato tutto così imprevisto, una gradita sorpresa quando quel giorno, diverse settimane fa, è venuto per la prima volta a trovarmi quel Signore, vestito di bianco...

Non aspettavo nessuno, ero incerta, quella mattina, se alzarmi o no. Non c’erano incombenze a cui dovevo assolvere. Ma sì... che devi fare? Chi ti aspetta?

Ma ecco un rumore dalla cucina... delle voci, no una in particolare chiara, pacata e non assordante... Era lui,quel signore vestito di bianco, che senza far rumore abbraccia chi lo accoglie.

Avevo forse ieri sera sbadatamente lasciato l’uscio di casa aperto? Non so..., so solo che quel mio “fratello” con l’autorizzazione speciale che viene dall’Alto, è venuto a trovarmi. Lui è unico, sa dare le risposte a tutte le mie domande non formulate. Parliamo dei nostri morti, di lavoro, di noi anziani, dei giovani e dei bambini, della nostra terra ..., di tutto.

Sono ogni giorno felice della sua visita, sempre sorpresa che sia proprio Lui che viene da me. Forse sa che avevo tentato in passato di andarlo a trovare ma che in quell’occasione un altro virus, non così cattivo come quello di oggi, mi impedì di incontrarlo. Finii in ospedale a Roma e poi di nuovo, senza averlo visto, a Bergamo. Di lui mi restava un biglietto del metrò con la sua effigie. Avevo anche pensato successivamente di scrivergli e chiedergli se mi permetteva di assistere ad una sua messa a Santa Marta. Ma a chi scrivere? Come sarei andata? Rinunciai.

Ma, ecco la sorpresa, è venuto Lui a casa mia e viene ogni mattina con tanta discrezione... Come ad un graditissimo ospite mi accingo a preparare un caffè. Deve andare, non può fermarsi a sorseggiare la mia “tazzucella e caffè” che non sempre riesce buona, ma mi lascia due zollette di uno zucchero speciale che trasforma questo mio caffè, talvolta tanto amaro e non sempre bevibile, in buono e dolce.

È una carica di energia, speranza, coraggio per affrontare la giornata.

Grazie Papa Francesco!
Anna

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