«Riscoprimmo di essere popolo»

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Continuiamo a pubblicare le lettere e i messaggi che arrivano in redazione. Molto originale quella che ci ha scritto Nicoletta

Un sogno

Anno 2030... Nonno raccontami quando l’Italia divenne una nazione così bella!

E il nonno cominciò: ....era il 2020, dieci anni fa. All’improvviso una epidemia investi tutto il mondo, proveniva dalla Cina..., ma era stata portata da altri, forse da militari americani... ma non si seppe mai la verità!

L’Italia fu colpita prima di tutti in Europa, tanti morti, tutti chiusi in casa..., paura, diffidenza, gli ospedali erano pieni di gente. Durò alcune settimane..., fu dura... tanto!

Il governo dopo un primo momento di incertezza reagì bene, con forza e coraggio. Tutti gli Italiani dettero prova di grande esempio e spirito di sacrificio. Le persone riscoprirono il valore dell’aiutarsi a vicenda.

Purtroppo la chiusura delle fabbriche e di tantissimi negozi fu il vero problema che dovemmo affrontare. Una crisi spaventosa, alla quale non eravamo preparati. Chiedemmo aiuto all’Europa, all’epoca avevamo una Comunità..., così si chiamava: Comunità Europea. Doveva servire per fare una grande Nazione, come gli Stati Uniti. Ma altre nazioni, come la Germania e l’Olanda dissero... che dovevamo fare da soli. Oppure dargli le nostre aziende, gli aeroporti, le autostrade, l’oro della Banca d’Italia... i nostri risparmi..., ma come... dopo quello che avevano combinato, proprio loro!

E allora nonno cosa accadde...?

Accadde che ci rendemmo conto che dovevamo fare da soli: il Presidente della Repubblica chiamò tutte le aziende e la Banca d’Italia emise un prestito solo per gli italiani di 100 miliardi..., si chiamava “Salva Italia” e doveva servire per risollevare le sorti del Paese.

Successe l’incredibile..., i politici rinunciarono ai loro stipendi per 6 mesi; tutti i dirigenti d’azienda fecero allora la stessa cosa..., ed anche tutti coloro che potevano investirono la metà dei loro risparmi, quindi le aziende sane comprarono così tanti titoli che lo Stato italiano raccolse 300 miliardi in poche settimane. A quel punto chiamarono un grande banchiere..., un certo Draghi!

Con quei soldi, non solo superò la crisi del momento, ma ricomprò anche una parte del debito estero che avevamo. Diminuì le tasse per consentire di produrre a costi più bassi... Dopo 4 mesi appena, eravamo la nazione più in forma del momento, mentre le altre ci stavano a guardare sperando che non ce la facessimo.

Alcune aziende che avevano spostato le loro produzioni all’estero, come la Fiat, tornarono in Italia. A quel punto per far lavorare tutti diminuirono l’orario di lavoro così da non perdere il tempo da passare assieme alla famiglia. Il maggior fatturato consentì di ricomprare ancora i debiti che avevamo fatto negli anni passati.

Eravamo così orgogliosi di essere italiani! Furono anni di grande intensità emotiva e riscoprimmo di essere un grande popolo, fortunato..., perché vivevamo nel paese più bello del mondo!

Grazie nonno..., domani me la ripeti? È una storia così bella!
Nicoletta

La fotografia

«Ho scelto di usare il dipinto di Michelangelo, la “Creazione di Adamo”, come metafora dell’Italia e degli operatori sanitari. Nel dipinto originario - spiega Nicole Boglioni, studentessa del prof Francesco Marrapodi, della 3a C del liceo Manzù di Bergamo - la mano di Adamo è sollevata verso quella di Dio attendendo la “scintilla vitale”. Qui rappresenta l’Italia che con l’aiuto dei sanitari riprende pian piano la vita, il colore e lo splendore di prima dell’epidemia. La mano di Dio, rappresentata protesa verso quella di Adamo e pronta a donare la vita al figlio, è metafora degli operatori sanitari che aiutano un’Italia al collasso, ridandole forza vitale e speranza».

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