Sangue ombelicale
Riuniti al top

Sono gli Ospedali Riuniti di Bergamo il miglior centro lombardo per la raccolta del sangue ombelicale. L’impegno, la professionalità e la costanza dimostrati nella gestione del programma di raccolta hanno valso all’ospedale di Bergamo, per il secondo anno consecutivo, l’importante riconoscimento, consegnato recentemente a Bruna Pasini (foto a sinistra), capo-ostetrica e responsabile dell’attività di prelievo del sangue ombelicale dei Riuniti. La cerimonia si è svolta al Policlinico di Milano; è qui infatti che dal 1993 è attivo il Milano Cord Blood Bank, banca del sangue placentare che dispone di un inventario di oltre 3.500 donazioni di sangue da cordone ombelicale raccolte in 24 sale parto in Lombardia, Trentino e Emilia Romagna, tra cui quelle degli Ospedali Riuniti. «Il programma di raccolta è iniziato nell'ottobre del 2004 – spiega Bruna Pasini – quando abbiamo predisposto un sistema organizzato per la donazione del sangue del cordone ombelicale. Da allora è iniziata una collaborazione molto proficua con la Milano Cord Blood Bank che ci ha permesso di raccogliere ad oggi più di 1.000 sacche di sangue. Oggi la nostra è una realtà ben collaudata, che può contare sulla sinergia tra molti professionisti - a cominciare dalle ostetriche - elemento essenziale alla base di tutti i programmi di prelievo e trapianto di organi e tessuti». Il sangue che resta nella placenta al termine del parto, generalmente gettato via con la placenta stessa, contiene una gran quantità di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. Sono cellule emopoietiche, cioè in grado di autoriprodursi e di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, che costituiscono gli elementi fondamentali del nostro sangue. E’ per questo che sono considerate oggi la nuova frontiera per la cura di molte malattie. «Circa il 40-50% dei pazienti affetti da leucemia e linfomi, per i quali è necessario il trapianto di midollo osseo, non dispone di un donatore compatibile nell’ambito familiare o nei registri internazionali dei donatori volontari di midollo osseo – spiega Mariangelo Cossolini, Coordinatore al prelievo e trapianto di organi e tessuti della Provincia di Bergamo -. Il sangue del cordone ombelicale è preziosissimo, perché può sostituire il midollo nel trapianto di cellule staminali, in grado di rigenerare il midollo osseo e tutto il sistema immunitario. Una mamma che decide di donare quel sangue offre quindi a tante persone malate una speranza in più di guarire e tornare alla vita». Con molti vantaggi: rispetto al sangue dei soggetti adulti, il sangue placentare comporta meno rischi di trasmettere malattie infettive o di causare gravi reazioni immunologiche. Inoltre è potenzialmente disponibile in grandi quantità e può essere conservato per molti anni, risultando quindi disponibile in tempi brevi. «Il prelievo è un’operazione semplice, rapida e indolore – prosegue Bruna Pasini -. Il sangue viene prelevato con una semplice puntura del cordone ombelicale, senza rischi né per la mamma né per il nuovo nato, poco dopo la nascita del bimbo e poco prima dell'espulsione della placenta, quando il cordone ombelicale è già stato reciso. Il sangue placentare viene poi raccolto in una sacca sterile che viene inviata alla Milano Cord Blood Bank dove viene conservato in speciali contenitori a 190° sotto zero». «Questo riconoscimento – ha commentato Claudio Sileo, Direttore Sanitario degli Ospedali Riuniti -, e soprattutto i sorprendenti risultati clinici oggi ottenibili grazie alle cellule staminali, sono possibili solo grazie al meraviglioso lavoro e alla disponibilità delle ostetriche del reparto di Ginecologia e Ostetricia, alla collaborazione di tutto il Dipartimento Materno Infantile e all'organizzazione di Mariangelo Cossolini. A tutti loro va la mia stima e a tutte le mamme che hanno donato il sangue del cordone ombelicale dei loro bimbi va la mia gratitudine, che si unisce a quella di tanti pazienti a cui hanno permesso di guarire».

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