Infiammazione alla prostata e tumore, chiarita la relazione

NUOVI STUDI. Il tumore della prostata è la neoplasia più frequente negli uomini; per cercare di definire le possibili cause e processi che portano il tessuto prostatico sano a diventare tumorale sono stati effettuati numerosi studi e tra i più promettenti campi di ricerca in tal senso c’è l’esame dell’infiammazione cronica della prostata.

Questo processo determinata infatti una serie di eventi chimici, biochimici e cellulari all’interno della ghiandola prostatica e potrebbe pertanto rappresentare un potenziale fattore di rischio di sviluppo o di progressione del tumore.

Recentemente su questa forma tumorale è stato pubblicato sulla rivista internazionale «Cancers» lo studio «Pros-IT2», promosso dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova. Al nuovo progettohanno collaborato 8 centri urologici italiani che rappresentano l’eccellenza nazionale per la diagnosi e il trattamento del tumore prostatico.

Per il Pros-IT2, primo nel suo genere, sono stati raccolti i dati da circa 200 pazienti, di ciascuno dei quali sono stati valutati in media 11 prelievi bioptici prostatici, per un totale di oltre 2.000 prelievi analizzati. «La maggiore criticità negli studi in questo campo - spiega Stefania Maggi, dirigente di ricerca della sezione di Padova-Invecchiamento del Cnr-In - è rappresentata dalla complessità nel definire e quantificare l’infiammazione prostatica. In particolare, la sede del tessuto ghiandolare interessata dal processo infiammatorio, il grado e l’estensione dell’infiammazione possono variare molto da soggetto a soggetto. Pertanto, gli studi su piccole popolazioni presenti in letteratura danno spesso risultati parziali e inconcludenti».

Lo studio ha permesso invece di definire per la prima volta con grande precisione il rapporto tra infiammazione e tumore prostatico. «In particolare - continua Marianna Noale, ricercatrice del Cnr-In e responsabile statistico del progetto - abbiamo chiarito che la presenza di infiammazione di grado elevato, localizzata in sede peri-ghiandolare (nel tessuto stromale che circonda il tessuto ghiandolare) e con un pattern di presentazione multifocale, è più frequentemente associata a neoplasia prostatica» .

La scoperta

Questa importante scoperta può avere immediate ricadute cliniche, suggerendo ad esempio uno screening mirato per avere una diagnosi precoce nei soggetti con infiammazione prostatica. «L’infiammazione cronica della prostata è stata considerata per molti anni come una patologia di minore importanza rispetto all’ipertrofia benigna (ingrossamento e conseguenti disturbi urinari) o al carcinoma, e per questo spesso trascurata. Alla luce di questi nuovi dati dovremmo porre più attenzione a questa condizione che colpisce numerosi uomini e che può essere trattata correggendo stili di vita sbagliati o utilizzando terapie mirate», aggiunge Maggi. «Le analisi sui dati dallo studio Pros-IT2 - conclude Noale - continueranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di approfondire le valutazioni sul rapporto tra tumore prostatico e tipologia e sede dell’infiammazione prostatica».

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