Polveri sottili
Minaccia per la salute
Queste ultime sono prodotte in quantità maggiore in caso di nebbia, a causa del ruolo svolto dalle particelle umide in cui avvengono i processi chimico fisici di trasformazione delle emissioni della combustione. Ciò è quanto emerge da uno studio condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), in collaborazione con Aerodyne Research Inc., Università di Ferrara e Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia (Arpae) dell´Emilia-Romagna e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).
«Le polveri sottili, o aerosol atmosferico, costituiscono una minaccia per la salute umana: in Italia sono responsabili di una riduzione di più di un anno dell’aspettativa di vita, mentre in Europa causano più di 300 mila morti l’anno – spiega Stefania Gilardoni dell’Isac-Cnr, tra gli autori dello studio –. L’aerosol organico costituisce più del 50% delle polveri sottili, è quindi un fattore decisivo per la qualità dell’aria e per il clima; le osservazioni sperimentali indicano che più della metà è di origine secondaria, ossia prodotto e rilasciato in atmosfera da processi fisici e chimici sui quali però si conosce ancora poco poiché sono ancora oggetto di ricerca».
Gli adolescenti fumatori fanno fatica a dire addio per sempre alle sigarette. Anche se ne consumano poche al giorno, solo il 6% riesce a smettere da solo mentre la grande maggioranza va avanti per altri 16-20 anni. Con gravissimi danni per il proprio organismo. E tanto più i ragazzini scelgono le «bionde» se, come capita per un bimbo del nostro Paese ogni cinque, si cresce in una casa in cui è consentito fumare e dove lo fanno i genitori. Con due conseguenze: essere costretti a subire il fumo passivo ed essere «incentivati» ad accendersi la prima sigaretta. Sono questi alcuni dei dati emersi dal 20° congresso nazionale della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), a Roma. Al più importante appuntamento della pneumologia pediatrica partecipano oltre 500 specialisti ed ampio spazio è riservato al tema dei corretti stili di vita e dei disturbi respiratori.
«Le sigarette rappresentano un serio fattore di rischio per lo sviluppo di patologie gravi – afferma Renato Cutrera, Presidente Nazionale Simri e direttore dell’Unità operativa di Broncopneumologia all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma –. L’esposizione passiva al fumo è pericolosa per la salute dei bambini quanto l’inalazione diretta. Aumenta del 43% il rischio di asma, una malattia in crescita che colpisce il 10% degli italiani con meno di 14 anni. Le oltre 4.000 sostanze nocive sprigionate delle «bionde» possono attaccare le vie respiratorie superiori, fino ad arrivare anche profondamente nei polmoni, bronchioli e alveoli. Anche se le leggi italiane sono sempre più restrittive, manca ancora una corretta cultura della prevenzione».
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