Telenursing, l’infermiere
si prende cura da remoto

Anche in campo infermieristico, le tecnologie digitali consentono di mettere a punto alcuni sistemi di assistenza utili ed efficaci.

Lo scompenso cardiaco è una patologia dovuta alla ridotta capacità del cuore di pompare sangue nell’organismo. Questa condizione comporta l’insorgenza di sintomi quali dispnea, affaticamento, edema e può innescare un aggravamento della salute.

Essendo una condizione di cronicità, il monitoraggio dell’assistito, attraverso periodiche visite ambulatoriali, permette di valutare la situazione clinica e a volte di prevenire l’insorgenza di forme acute che richiederebbero l’ospedalizzazione. Tuttavia, queste visite potrebbero non bastare per riconoscere un peggioramento repentino della sintomatologia, trattandosi di una patologia ad alto e rapido rischio evolutivo.

Per questo motivo, alcuni ospedali hanno attivato un’équipe infermieristica di «Telenursing» (teleassistenza). Attraverso interventi specifici di assistenza infermieristica da remoto, senza che gli assistiti debbano muoversi dalle loro abitazioni, l’infermiere individua situazioni potenzialmente pericolose.

Il programma di «telesorveglianza attiva» infatti prevede contatti telefonici settimanali per monitorare l’andamento dei sintomi e il livello di aderenza alle indicazioni terapeutiche, attuando soprattutto interventi infermieristici di educazione sanitaria.

Una seconda possibilità è data dal «telemonitoraggio» attraverso il quale l’infermiere fornisce all’assistito un dispositivo indossabile che registra e trasmette la traccia elettrocardiografica che viene monitorata al fine di riconoscere tempestivamente l’eventuale comparsa di aritmie cardiache.

Per alcune persone, sottoposte ad impianto permanente di defibrillatore o pacemaker, il «telemonitoraggio» si amplia con l’attività di «Home Monitoring» ovvero il monitoraggio dei dispositivi al fine di prevenire malfunzionamenti o eventi di scompenso cardiaco acuto.

In tutti questi programmi, le persone assistite possono inoltre contattare direttamente il proprio infermiere che, essendo a conoscenza della loro situazione clinica, può fornire consigli specifici rispetto alle problematiche riscontrate.

In questa attività, spesso l’assistito riferisce come il «Telenursing» aumenti il senso di protezione e supporto per sé e per i suoi familiari migliorando la capacità di autogestione della malattia. Tramite interventi educativi infermieristici mirati, il paziente, o il famigliare, sviluppa la capacità di riconoscere precocemente un eventuale peggioramento e i relativi comportamenti corretti da attuare.

Tra i vantaggi si riscontra che l’assistito viene educato nel suo contesto famigliare, senza l’effetto spesso ansiogeno della visita ospedaliera, risultando maggiormente ricettivo ed interessato a comprendere la valenza delle indicazioni fornite.

Inoltre, soprattutto in questi periodi di pandemia, il potenziamento del «Telenursing» assume maggior importanza perché tutela ulteriormente la persona assistita riducendo gli accessi in una struttura ospedaliera.

*Infermiera iscritta all’OPI di Bergamo

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