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Incubo zanzara tigre? Meglio portarsi avanti con i trattamenti

Massimo Pellegrinelli di Disinberg: «Limitarsi ad eliminare le larve non basta: occorre pianificare una serie di interventi adulticidi per poter essere sicuri di eliminare ogni insetto»

È arrivato il primo caldo e la voglia di stare fuori a cena con gli amici, giocare all’aria aperta o prendersi una tintarella può diventare un incubo a causa delle zanzare, soprattutto le zanzare tigri. Le punture di questo insetto, originario dell’Asia, causano infatti gonfiore, prurito e irritazioni, nonché reazioni allergiche in persone predisposte e dal 2007 sono stati rilevati anche di casi Chikungunya, una malattia febbrile esotica di origine virale e il virus è stato riscontrato proprio nella zanzara tigre, vettore anche di malattie virale, tra cui dengue e febbre gialla.

Cosa aspettare dunque a «pulire» gli ambienti domestici da questo scomodo ospite dei mesi estivi? La regola è semplice. Mai aspettare. Anzi: prima si comincia meglio è come conferma

Massimo Pellegrinelli, titolare di Disinberg, azienda di Bergamo specializzata nella disinfestazione e derattizzazione e che in queste settimane sta già operando in tutta la provincia per conto di amministrazioni comunali e ovviamente privati per servizi di disinfestazione ambientale, effettuati tramite tecnologie e programmi personalizzati per ogni esigenza di sicurezza e sanificazione ambienti.

Il trattamento antilarvale

«La vita delle zanzare è indissolubilmente legata alla presenza dell’acqua, in cui depongono le uova che si schiuderanno per dare vita alle larve e in seguito agli adulti - spiega Pellegrinelli -. Ecco perché la fase di sopralluogo, fondamentale per poter elaborare un corretto piano di disinfestazione delle zanzare, deve mirare alla mappatura di tutti i focolai di sviluppo delle zanzare su cui è possibile intervenire. Gli interventi larvicidi, infatti, consentono di eliminare in breve tempo un grande numero di potenziali zanzare adulte»

«Oltre individuare tutti i possibili focolai di sviluppo (ristagni d’acqua quali tombini, cavitoie, griglie, vasche con acqua stagnante) il trattamento antilarvale prevede fin da subito l’inserimento di una pastiglia per ogni tombino a rischio – prosegue Pellegrinelli -. Ovviamente si utilizzano prodotti biologici e senza rischi per l’ambiente acquatico».

Il trattamento adulticida

Limitarsi al trattamento antilarvale però non basta: occorre infatti pianificare una serie di interventi adulticidi per poter essere sicuri di eliminare ogni insetto. «Per prima cosa occorre individuare tutti i possibili focolai di sviluppo e zone a rischio (siepi, cespugli, aiuole, zone ombreggiate) e far togliere eventuali sostanze alimentari presenti – prosegue Pellegrinelli -. Il trattamento comporta l’utilizzo di insetticidi ad azione abbattente e residuale. La cadenza di intervento dovrebbe essere definita dopo aver valutato quale specie di zanzara sta arrecando danno o fastidio: nella pratica questo non è sempre possibile e di fatto è necessario impostare un piano di difesa che preveda l’esecuzione di più trattamenti ad intervalli di tempo ravvicinati».

La programmazione

La programmazione, quindi, è fondamentale: «Si concordano interventi, normalmente quattro da giugno a settembre, e tutto viene calendarizzato nel limite del possibile – conclude Pellegrinelli -. Ricordo che questo trattamento prevede l’’utilizzo di prodotti chimici che non sono pericolosi poiché sono certificati, omologati e a basso impatto ambientale, ma consigliamo comunque di non restare in giardino il giorno del trattamento e ma di aspettare almeno 12 ore».

E sulle tempistiche non ci sono dubbi: «Consigliamo di partire con il ciclo di interventi nei mesi di maggio-giugno per terminare a settembre in modo da coprire i mesi più critici. Negli ultimi anni abbiamo infatti rilevato una partenza lenta delle disinfestazioni verso la primavera inoltrata, ma allo stesso tempo un termine lungo che si protrae fino ai primi mesi autunnali».

www.disinberg.it

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