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Manualità ma non solo: la fisioterapia strizza l’occhio anche alla cultura

Al convegno «La fisioterapia in tutti i luoghi di vita» premiati i vincitori del concorso letterario «Raccontiamo La Fisioterapia» e del premio «Miglior Tesi di Laurea A.M. Daniele Locatelli»

Tanta manualità ma non solo. La fisioterapia è anche ricerca e cultura, i due binari su cui corre lo sviluppo interdisciplinare di Ofi Bergamo, l’Ordine dei fisioterapisti di Bergamo che il 9 settembre si è presentato alla cittadinanza promuovendo il convegno «La fisioterapia in tutti i luoghi di vita» con l’obiettivo di raccontare in quanti e quali ambiti la fisioterapia può essere d’aiuto, dall’accompagnamento alla nascita alla prevenzione degli infortuni, dalla gestione delle cronicità ai bisogni riabilitativi anche in oncologia.

Organizzato in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia il convegno – a cui ne seguiranno tanti altri, il calendario è disponibile sul sito di Ofi Bergamo – aveva un carattere scientifico e formativo ma non solo: il seminario è stato infatti l’occasione per premiare i vincitori del premio «Miglior Tesi di Laurea A.M Daniele Locatelli» e del concorso letterario «Raccontiamo La Fisioterapia».

Tesi di laurea, il concorso alla memoria di Daniele Locatelli

Favorire lo sviluppo professionale attraverso la valorizzazione dell’attività scientifica svolta da colleghi neolaureati e fornire agli studenti e ai colleghi un esempio di integrazione tra attività clinica e scientifica come pilastro della crescita professionale del fisioterapista erano gli obiettivi del «Premio Miglior Tesi di Laurea -A. M. Daniele Locatelli» che Ofi Bergamo ha deciso di intitolare a Daniele Locatelli, studente iscritto al secondo anno del Corso di Laurea di Fisioterapia scomparso nei mesi scorsi dopo aver combattuto una grave malattia.

«Per chi lo ha conosciuto è stato un esempio di determinazione e passione per la professione - ricorda Giulia Gorghelli, consigliere Ofi Bergamo che ha organizzato il bando -. Ringraziamo gli studenti che hanno voluto condividere il loro sapere e per dare ulteriore riconoscimento e valore alle tesi dei giovani colleghi tutti i riassunti degli elaborati che hanno partecipato al Concorso verranno raccolti in un unico documento disponibile per gli iscritti all’Ordine e consultabile su www.fnofi.it/ofi-bergamo».

Il primo premio è stato assegnato a Mariachiara Patelli autrice della tesi «Un modello di tele-riabilitazione per i nati prematuri sani e i loro genitori»: «È uno studio pilota che ci ha permesso di progettare e verificare la fattibilità di un protocollo in tele-riabilitazione per trattare tempestivamente un ritardo nell’acquisizione delle tappe motorie in bambini nati prematuri, senza alterazioni neurologiche alla nascita e, per questo, definiti sani».

Secondo premio per Michel Biraghi, autore della tesi «Dolore post-mastectomia ed esercizio fisico: revisione della letteratura e ricerca qualitativa basata su interviste semistrutturate»: «Lo scopo della tesi è stato quello di individuare il ruolo del fisioterapista nel management delle donne con dolore post-mastectomia e l’impatto che l’esercizio fisico ha avuto sulla loro qualità di vita delle donne sottoposte a questo intervento – spiega Biraghi».

Il concorso letterario: vince «L’Anima Danzando»

«Noi fisioterapisti non siamo solo “mani” ma anche “testa” – sorride Paolo Cirillo, consigliere Ofi Bergamo e promotore del concorso letterario, di fatto il primo a livello nazionale organizzato da un ordine di fisioterapisti -. Abbiamo voluto coinvolgere gli iscritti appassionati di letteratura. Non ci aspettavamo grandi numeri ma la risposta degli associati è stata molto buona e ringraziamo tutti i partecipanti al concorso che Ofi Bergamo ha voluto organizzare nell’anno di Bergamo Brescia Capitali della Cultura. E grazie anche Federica Caglioni, scrittrice del blog letterario On Rainy Days per il suo prezioso contributo come giurata».

A vincere il concorso è stato Fausto Villa con «L’Anima Danzando». «Il racconto – spiega l’autore - parla del rapporto che accade tra un fisioterapista e la sua paziente. Rapporto che, come succede con tutti i pazienti che comportano tempi di trattamento lunghi, parte con un’accezione professionale e poi evolve in una relazione tra due persone (non più solo terapista, non più solo un paziente) che riescono ad aprirsi e a mostrare i loro mondi l’un l’altro».

Secondo posto per Eleonora Frizzoni (con «Brezza»), mentre al terzo posto «La Scèta de Mateo» di Maria Susanna Miniero. La giuria era formata da tre componenti del direttivo e da Federica Caglioni del blog letterario «On Rainy Days».

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