Cresce l’energia verde
rimedio al clima impazzito

Mezza Europa sott’acqua: morti e inondazioni. Un inizio d’estate che sembra autunno. Il problema, però, è il provincialismo meteorologico: diamo troppa importanza a quanto sperimentiamo sotto la nostra piccola fetta di cielo. Mentre si scatenano le alluvioni in Germania e Francia, a Sodankyla, nella Lapponia finlandese, si registrano 26 gradi. Aprile 2016 è stato il dodicesimo mese consecutivo di caldo record a livello globale: da quando esiste il termometro, non c’erano mai stati dodici mesi di fila con temperature così alte.

Maggio ha visto un’ondata di primati assoluti di calura in tutto il Sud-Est asiatico, con temperature fino a 51 gradi in India e Pakistan. L’intero emisfero boreale ha chiuso la primavera più povera di neve dal 1966; la banchisa artica non è mai stata così ridotta dal 1979, l’anno d’inizio delle misure satellitari. Di quanto la febbre del pianeta sia destinata a aumentare, dipende dalle nostre scelte energetiche.

Una buona notizia viene dai dati di Ren21, la rete politica delle energie rinnovabili per il ventunesimo secolo. L’anno scorso, nel mondo, sono stati installati 147 gigawatt di energia rinnovabile. Mai le centrali verdi erano cresciute in questo modo in un solo anno. Mai questo era avvenuto nei Paesi emergenti, più ancora che in quelli sviluppati. Il boom nella spesa per le fonti pulite è avvenuto nonostante il crollo dei prezzi di gas, carbone e petrolio: 286 miliardi di dollari nel 2015 contro i 273 miliardi del 2014. Sono cresciute l’energia solare del 12 per cento, l’eolica del 4. A maggio il Portogallo ha usato soltanto rinnovabili per quattro giorni di fila. Nei campionati europei dell’elettricità verde, ha battuto persino la Germania, che, negli stessi giorni, si è fermata al 90 per cento.

E l’Italia? Un mediocre 40 per cento. Non solo: nei primi mesi del 2016, la quota di energia solare è scesa del 7 per cento. Chi investe di più nelle rinnovabili? La Cina fa la parte del leone. Anzi: del «dragone».

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