Il mondo in ostaggio
della banalità del male

Nel 1963 uscì il saggio di Hannah Arendt «La banalità del male», dedicato al processo al gerarca nazista Adolf Eichmann. Dal dibattimento in aula, la pensatrice aveva ricavato l’idea che il male perpetrato da Eichmann – come dalla maggior parte dei tedeschi che si resero corresponsabili della Shoah – fosse dovuto non a un’indole maligna, quanto piuttosto a una completa inconsapevolezza di che cosa significassero le proprie azioni.

Salah Abdeslam, il terrorista delle stragi di Parigi catturato a Bruxelles dopo quattro mesi di caccia all’uomo, è stato definito dal suo avvocato belga, Sven Mary: «Un imbecille che viene dalla piccola delinquenza, uno che segue, non certo un capopopolo. Ha l’intelligenza di un posacenere vuoto, è l’esempio perfetto della generazione che pensa di vivere in un videogioco». E per quanto riguarda il suo rapporto con l’Islam, l’avvocato osservava: «Gli ho chiesto se avesse letto il Corano, mi ha risposto che aveva letto l’interpretazione su internet».

I testimoni dell’attentato di Dacca hanno riferito che gli attentatori hanno torturato chi non sapeva il Corano: chissà se anche la conoscenza di questi terroristi era basata su quanto avevano trovato qua e là sul web.

Il mondo è ostaggio di un orrore non solo sanguinario ma imbecille, della banalità del male. I crimini si susseguono senza requie. Martedì Istanbul: attacco kamikaze allʼaeroporto, 44 morti e 238 feriti; venerdì Dacca, uccisi venti ostaggi, di cui nove italiani: tra questi, la bergamasca Maria Riboli. La contabilità del terrorismo è moltiplicata dai mezzi di comunicazione globali. Degli attentati è impossibile non parlare, perché sarebbe inumano. Il terrorismo, però, per definizione punta le sue carte criminali sia sulla violenza efferata, sia sulla risonanza mediatica. Tanto più si parla dei loro delitti, quanto più i terroristi pensano che le loro inqualificabili azioni abbiano raggiunto l’effetto voluto. Quando troverà il modo per uscire da questo vicolo cieco, il mondo avrà compiuto un passo decisivo nella lotta al terrorismo.

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