La delicatezza di Cividini
La maglia si fa più leggera

L’estate delicata di Cividini. Si racconta così: con l’artigianalità della sua maglieria, in un’interpretazione stilistica che non dimentica mai la tecnica.

La casa di moda bergamasca si sta preparando per il Pitti Uomo, in programma a Firenze dal 12 al 15 giugno, e nel frattempo vive la stagione estiva con una collezione dove la maglieria è la regina indiscussa. «Si tratta di una collezione molto tecnica - spiega lo stilista Piero Cividini, che con la moglie Miriam si occupa del brand, uomo e donna -: abbiamo interpretato ogni capo del guardaroba femminile attraverso la maglia che è da sempre sinonimo di nonchalance e di comodità». Un progetto in linea con il trend internazionale dove la maglieria non appare più solo come accessorio o complemento «bensì come modo per interpretare la moda stessa» spiega ancora Piero Cividini.

Maglia che del resto è la storia del marchio, nato dai filati più belli e dalla passione di lavorarli ancora in maniera artigianale. «La maglia è ispirazione di se stessa - continua Cividini -, come se la collezione sviluppasse il tema del “saper fare la moda con la maglia”. Da qui abbiamo realizzato per esempio del pizzo in maglia, che fa da base sia alla serigrafia sia a capi dipinti a mano, anche su cachemire sottilissimo». Con un effetto scenico e intenso: «La base del capo non è piena e le immagini decorative realizzate si presentano con una particolare leggerezza e trasparenza. Quasi fossero delle garze».

La donna di Cividini parte da qui, senza un mood canonico, senza regole rigide da rispettare: «Tutto è interpretabile secondo il proprio stato d’animo e soprattutto la propria comodità - spiega Miriam Cividini -. L’abbigliamento si fa duttile, perchè deve soddisfare le esigenze di chi lo indossa». Abiti dalla costruzione architettonica, dalle fantasie delicate, dalla ricerca di una praticità sempre più richiesta ed esibita: «Il tutto attraverso la maglieria, ancora - continua Piero Cividini -: ci sono twin-set a punto pizzo in cotone, crepe sia tinti fili che dipinti a mano, coprispalla in garza di cotone». E poi: lunghi abiti dalle fantasia geometriche, maxi cardigan dipinti a mano e pantaloni in crepe di lana e in cotone tinto ad immersione.

Lo sguardo va anche sull’uomo che verrà, pronto per il Pitti: «La geometria viene considerata di solito come un qualcosa di rigido e di schematico. Nella collezione 2019 la nostra sfida è di renderla “soft”, di coniugarla seguendo un’immaginaria “regola estrosa” che renda la sua estetica armoniosamente ordinata» spiega Piero Cividini. Una collezione che guarda sempre all’estero, con il mercato cinese che si espande: «Il prossimo autunno si aprirà un secondo spazio Cividini, a Cheng Du. E poi Giappone e Corea, con un’attenzione sempre più importante sugli Stati Uniti». E poi c’è l’Europa, e l’Italia, mercato di nicchia e di grande ricerca. Con un regalo dedicato alla Bergamasca: per la prima volta in azienda, in via Mazzucotelli 4, a Gorle, Cividini ha aperto un temporary shop, con orario pomeridiano, occasione per scoprire la moda che vediamo in passerella.

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