La montatura in legno made in Bg?
Ora è la più sottile al mondo

Da cinque anni sul mercato, partendo da un’idea che parla di legno e di design. Gli occhiali di Feb31st, marchio nato a Brembilla, si evolvono e crescono a livello internazionale.

Occhiali in legno che ora si fanno più sottili: «Dopo 18 mesi di ricerca, abbiamo realizzato la montatura più sottile che esista sul mercato mondiale: si tratta di 13 strati di legno e due fibre testate nei nostri laboratori che garantiscono la realizzazione di una montatura di appena due millimetri di spessore, anche frontale» spiega Stefano Sarti Cipriani, socio del progetto insieme a Stefano e Silvano Minelli, tra loro cugini e originari della Val Brembana.

A inventarsi Flexy Soul, nome dato alla tecnologia creata per le nuove montature, è stato proprio Silvano Minelli: «Sono state necessarie continue prove ed è nato un materiale che ora è sotto segreto aziendale – spiega ancora Sarti Cipriani -. A Brembilla, per permettere l’elaborazione del nuovo progetto, abbiamo realizzato un laboratorio dove effettuare tutti i test: con Silvano collabora un secondo ingegnere e ormai da due anni oltre il 10% del nostro fatturato viene investito in ricerca e sviluppo».

Ma in cosa consiste Flexy Soul? «Ci siamo interrogati su quale fosse il futuro dell’occhiale di legno e quale sarebbe stato il suo naturale sviluppo – commenta Silvano Minelli -. Nostro punto fermo era investire da subito risorse e ingegno per dare una seconda vita al legno negli occhiali». Flexy Soul è quindi un sottilissimo strato di materiale resistente e flessibile che viene inserito nel “sandwich” di 13 strati di legno: «Una volta pressato e lavorato, questo legno diventa iper-resistente e permette di essere utilizzato su montature dagli spessori minimi, difficili da raggiungere persino con l’acetato». Con un secondo progetto già lanciato sul mercato: «Abbiamo creato FebUp, dove il legno è presente solo sulla montatura frontale mentre le aste dell’occhiale sono in beta-titanio, flessibili tanto da ripiegarsi su se stesse». Ad affiancare i tre titolari, anche due designer che si occupano dello stile, «oltre a Valerio Cometti, già al nostro fianco nelle precedenti collezioni, collaboriamo con Kathrin Schuster, stilista berlinese che lavora soprattutto sulla linea Up».

Per nuovi studi sull’occhiale: «Abbiamo lavorato su un dettaglio propriamente manifatturiero che permette di ottenere profili arrotondati e smussati su tutta la montatura e abbiamo sperimentato una nuova cerniera caratterizzata da una stacco tra frontale e asta», spiega ancora Sarti Cipriani mentre a Brembilla la produzione intanto continua a crescere: «Siamo in 19 dipendenti, 15 sulla produzione, oltre alla rete commerciale che si sta sviluppando a livello internazionale – continua -. Abbiamo un migliaio i clienti nel mondo, la nostra chiave di successo è la possibilità di personalizzare ogni parte dell’occhiale, ogni strato del legno che va a comporre l’occhiale». Se il 20% del fatturato - che per il 2016 si chiude a 1 milione e 600 mila euro - è italiano, l’80 per cento riguarda il mercato europeo, asiatico e nord americano: «Puntiamo sugli Stati Uniti e qui vogliamo rafforzarci nel prossimo biennio. La nostra seconda sede a Philadelphia è un ottimo vantaggio per rafforzarci sul territorio locale, oltre al lavoro molto mirato che stiamo facendo su Cina, Corea e Giappone». Dove la personalizzazione e il made in Italy fanno la differenza. Con l’imbarazzo della scelta, concludono da Brembilla: «Attualmente abbiamo 160 modelli stilistici con 19 mila codici colori».

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