Un bergamasco
racconta Gucci

Riceverà il premio come miglior ufficio stampa moda nella XIIIª edizione dei «Chi è Chi Awards», e non può che esserne entusiasta. È il bergamasco Roberto Roncalli, capo ufficio stampa per l'Italia di Gucci.

Riceverà martedì mattina a Palazzo Marino, a Milano, il premio come miglior ufficio stampa moda nella XIIIª edizione dei «Chi è Chi Awards», e non può che esserne entusiasta. E con disarmante semplicità ammette: «Questa notizia è stata una grande e inaspettata sorpresa. Perché hanno scelto me? Non lo so, ma ciò che so per certo è che cerco di fare il mio lavoro con il massimo dell'entusiasmo, della passione e della professionalità possibile».

Roberto Roncalli alle 11, nella giornata in cui si apre la Settimana della Moda, sarà premiato per il suo ruolo di capo ufficio stampa nella maison Gucci insieme a personalità del calibro di Vivienne Westwood e Pupi Solari. Nato a Romano di Lombardia 43 anni fa, il suo percorso formativo lo ha avvicinato con gradualità al mondo della moda. «A dire la verità volevo lavorare nella musica - spiega -. Sono un grande appassionato, e avrei voluto lavorare in quel settore, dietro le quinte: ho studiato comunicazione allo Iulm ambendo ad una carriera nell'ambito discografico».

Da qui il primo impiego, nell'agenzia di comunicazione milanese Star Factory: «La scelsi proprio perché aveva nel suo portfoglio clienti alcune importanti aziende d'entertainment, oltre che a marchi di moda. Cominciai ad occuparmi di entrambi i mondi fino a che la moda non prevalse». E la carriera, a quel punto, si è delineata con esperienze che fanno le ossa, che raccontano un mondo patinato, sicuramente molto affascinante, ma dalle rigide regole: «È un mondo che naturalmente affascina, perché spesso rappresentato e interpretato da donne e uomini famosi e bellissimi - commenta -, ma le sfilate, le campagne pubblicitarie, le feste e i lustrini sono solo la punta dell'iceberg. Bisogna infatti pensare anche a un altro aspetto: produciamo beni di lusso e conseguentemente ne comunichiamo il valore utilizzando codici ed estetica che ne mettano in risalto le qualità, ma per fare ciò sono necessari studio, indagini, strategie precise, lavoro e passione. Dedizione e disciplina».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 settembre

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