«Al liceo un viaggio con Intercultura
Poi non mi sono più fermata»

«Due mesi a Perth, in Australia, nell’estate del 2013: un vero e proprio trampolino di lancio». Dopo quell’esperienza, Stefania Visini, 24enne di Clusone, ha capito che nella vita avrebbe voluto scoprire il mondo. Oggi, dal 2019, vive a Monaco di Baviera, in Germania, insieme a Juan David, il suo fidanzato di origini colombiane, che ha conosciuto proprio durante un’esperienza all’estero.

«Nell’estate del 2013 ho partecipato al programma “Intercultura” – racconta la giovane – e sono stata in Australia, a Perth, per due mesi. L’idea era di trascorrere l´intero quarto anno delle superiori all´estero, ma per motivi familiari ho preferito fare due mesi. Ho anche avuto la fortuna di stare un mese in Malesia con la mia amica Martina, per un breve stage. Dopo il liceo, mi sono iscritta all´Università di Pavia e ho studiato Lingue e culture moderne, imbattendomi nel tedesco e nell´inglese. Nel 2017 ho rifatto la valigia e, attraverso il programma Erasmus, sono volata in Germania».

Insegnante di lingua tedesca

La 24enne ha trascorso sei mesi a Frankfurt sull’Oder, cittadina vicino a Berlino, e ricorda questo periodo come uno tra i più belli della sua vita.

«Lì ho imparato ad apprezzare la nazione tedesca – prosegue – e in modo particolare sono rimasta stregata da Berlino. Durante l´Erasmus ho conosciuto il mio ragazzo, anche lui in Germania per uno scambio culturale. Il suo obiettivo era quello di trasferirsi in Europa, e così è stato. La nostra è una storia molto romantica e intensa. Ora viviamo insieme a Monaco di Baviera, dove lui lavora come ingegnere informatico presso una start-up tedesca e io, dopo aver perfezionato il tedesco, grazie a uno stage presso una scuola di lingue, ho iniziato la mia laurea magistrale in “Deutsch als Fremdsprache” (ossia tedesco come lingua straniera), presso l’università “Ludwig Maximilians” di Monaco».

Scelte, quelle intraprese in questi anni, che Stefania Visini prenderebbe altre mille volte. «Sono decisamente soddisfatta della mia decisione – assicura la baradella – nonostante l´inizio sia stato tuttaltro che facile. Abbiamo infatti cambiato quattro case in tre mesi; il vero problema a Monaco non è trovare lavoro, ma trovare casa. Gli affittuari organizzano delle vere e proprie interviste, come un colloquio di lavoro, durante il quale bisogna essere precisi nel portare i documenti giusti e fare una buona impressione. Il tutto a un prezzo molto alto: la nostra prima casa, dove abbiamo trascorso sei mesi, era ventisette metri quadrati al prezzo di 1.100 euro al mese. Bisogna portare pazienza, ora le cose sono migliorate, abbiamo una casa più grande in un’ottima posizione».

«Monaco è una città relativamente piccola, ben organizzata, a due passi da laghi, montagne, con uno splendido centro storico e numerosi parchi verdi – racconta –. C’è molta vita sociale e culturale, si trova tutto quello che si vuole molto facilmente. L’università in cui studio ha un´ottima reputazione, è una delle migliori in Germania e investe moltissimo nella ricerca. È inoltre decisamente internazionale: nella mia facoltà la maggior parte degli studenti sono tedeschi, ma ci sono anche cinesi, giapponesi, turchi, russi, statunitensi. A fianco del master, lavoro anche nella scuola di lingue dove ho fatto lo stage inizialmente. Qui mi occupo di customer service, social network e insegno sia tedesco sia italiano, soprattutto ai ragazzini. Per un’associazione statale invece, insegno la lingua tedesca anche ai rifugiati. Mi piacerebbe in futuro, dopo il master, continuare con gli studi o fare dei corsi di linguistica computazionale, sempre qui a Monaco».

Continuare a viaggiare

Progetti futuri? La 24enne non ama molto pianificare la sua vita, e preferisce viversi il momento. «Non programmo la mia vita, non so se tornerò in Italia, ma se mi venisse chiesto in questo momento risponderei di no. Mi piace molto la mia vita a Monaco e mi piacerebbe continuare a vivere qui per i prossimi anni. Inoltre, con l´università ho la possibilità di svolgere altre esperienze all´estero: da settembre infatti, per tre mesi, farò uno stage in Portogallo».

«Ovviamente – confessa la giovane – mi manca la mia famiglia, i miei nipotini Pietro e Tommaso, i miei amici e il mio cane. Purtroppo non sono potuta essere presente alla nascita del mio secondo nipotino Pietro, a causa soprattutto dell’epidemia, ma questo è il prezzo da pagare per chi vive all´estero. Posso dire che però apprezzo di più i momenti insieme quando torno per le vacanze. La mentalità tedesca è molto difficile da comprendere per noi italiani e mi manca moltissimo il calore e l´allegria che noi abbiamo. Dell’Italia, infatti, sento la malinconia delle piccole cose, la gente che parla a voce alta per strada, il profumo di un espresso al bar, le nostre belle montagne e la nostra voglia di condividere momenti, soprattutto davanti al cibo. Non avrei mai pensato a quanto mi mancasse il momento della pausa pranzo con famiglia o amici, tutti assieme a tavola. Ma queste sono cose che si danno per scontate, perché per noi è normale, ma in molte altre culture, posso assicurare che non lo è. Penso che quando si è lontani ci si accorga ancora di più di quanto sia bello il nostro Paese. Devo molto alla Germania, mi sta dando molte possibilità per realizzarmi e qui ho imparato molto, dal mettermi in gioco e al credere in me stessa, però sono e sarò sempre fiera della mia cultura e delle mie radici. Fa parte del gioco cercare di immedesimarsi nella mentalità del Paese in cui si vive e credo che sia molto importante, cercare di comprenderla, solo così ci si riesce ad adattare e a vivere al meglio la propria esperienza, lunga o breve che sia».

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