«Non vivrò mai in questo deserto»: ora è guida ad Atacama in Cile

Giulia Bonadei. Così aveva detto la 28enne 4 anni fa visitando la distesa arida e tra le più inospitali al mondo. «Il paesino di San Pedro sulle Ande mi ha conquistato».

«Quello che sto facendo oggi è qualcosa che non mi sarei mai aspettata di fare, ma, come tutte le cose nella vita, si è rivelato una bellissima scelta». Giulia Bonadei, 28 anni, originaria di Bergamo riassume così la strada che l’ha portata dallo studiare psicologia a Londra a vivere nel deserto di Atacama (il più arido del mondo) dove lavora come guida turistica tra vulcani e montagne. «Eppure, prima di arrivare in Cile non avevo mai pensato di vivere qui e di fare questo lavoro. Subito dopo la maturità conseguita al liceo Secco Suardo, nel 2013, sono partita per Londra, dove ho vissuto per 5 anni, lavorando e studiando e conseguendo la Laurea triennale (Bachelor degree) in Psicologia alla Goldsmiths University of London nel 2017». Successivamente è arrivato il Sud America, il Cile, dove Giulia vive dal 2018. Sì, perché Giulia non cercava nuove avventure o un nuovo posto dove vivere. Però è successo e lei non si è lasciata scappare l’occasione.

«Ho sempre avuto il pallino del Sud America, forse anche per i viaggi fatti da mio padre in giovinezza. Non ho mai pensato al Cile in particolare. In realtà ho scoperto che esisteva veramente quando mi sono ritrovata a doverci andare per un progetto per qualche mese: non mi sarei mai aspettata che quel giorno sarebbe stato il trampolino di lancio per una vita da questa parte del mondo. Ho iniziato nel Sud del Cile, in un paesino chiamato Lonquimay dove una famiglia mi ha accolto. Bevevo un sacco di mate con la signora Maria, persona chiave in questa mia esperienza sudamericana. Adesso mi dice che è la mia mamma sudamericana e, sempre dandomi del lei, si lamenta perché non la vado a trovare. Terminando la mia esperienza a Lonquimay feci il classico viaggio con la mia migliore amica (bergamasca) per il Cile e siamo finite a San Pedro de Atacama dove dissi: “Io qui non ci vivrò mai”».

E, invece, ora ci vive da 4 anni. «Ora questo posto è per me casa. È stato un innamoramento lento, a volte sofferto e difficile, però così profondo che quando torno a Bergamo non c’è un giorno in cui non pensi a questo posto. Non c’è mai stata tanta progettualità: sono rimasta mese dopo mese, anno dopo anno, fino a quando ho capito che forse questo poteva essere il posto per me: così estremo nel suo clima e paesaggio, così lontano da tutto». Un luogo che ormai Giulia conosce bene e che racconta come guida turistica ai turisti. «San Pedro di Atacama è un paesino dell’altipiano andino. È parte del deserto di Atacama: il deserto più arido del mondo (e il più antico). San Pedro di Atacama è un posto che chiama tantissimi turisti da tutto il mondo: un paesino che diventa centro del mondo. Siamo a pochi chilometri dalla Bolivia (le Ande ci dividono) e vicini all’Argentina. Terra di vulcani, Geysers, paesaggi lunari (Valle de la Luna, Valle de Marte) ed escursioni ad alta quota. Terra ricca di litio (tra Bolivia e Cile c’è la più grande riserva mondiale) e di rame (vicino c’è la miniera Chuquicamata conosciuta ai tempi per essere la miniera di rame a cielo aperto più grande del mondo).

«È una terra interessante e meravigliosa, con tutti i suoi contrasti e piena di contraddizioni. E il posto dove ho deciso di vivere»

«Il deserto cileno è conosciuto anche per le feste clandestine e la vita notturna, tanto come per gli sport estremi che si possono praticare qui: San Pedro è tutto questo (sono i posti anche dove Jovanotti è venuto in bicicletta). È una terra interessante e meravigliosa, con tutti i suoi contrasti e piena di contraddizioni. E il posto dove ho deciso di vivere» spiega Bonadei. Certo, all’inizio non è stato facile per Giulia essere lontana da casa e dalla famiglia. «Partire non è mai facile, soprattutto se si viaggia soli. Dopo Londra, però, l’ambientarsi qui mi è sembrato molto più semplice e spontaneo. Ho conosciuto molte persone e adesso posso dire di avere veri e propri amici e familiari da questa parte del mondo. Lavorare e vivere all’estero è una grande sfida dal momento in cui rinunci a tante comodità e certezze, però, quando meno te lo aspetti, scopri posti e persone nuove che diventano parte della tua vita». E anche se ora Giulia è felice in Cile, non dimentica mai Bergamo e l’Italia.

«Mi mancano l’Italia e Bergamo tutti i giorni: mi mancano i sapori (qui non c è una mozzarella), i bar in piazza e mia nonna. Con amici e famiglia in Italia siamo riusciti a costruire e mantenere relazioni solide. Senza di loro non riuscirei a stare dove sono. Ho il cuore costantemente diviso e torno una volta all’anno al dolce nido dove dedico tutto il tempo agli affetti. Di solito ci sentiamo tramite WhatsApp con audio lunghissimi perché nessuno ha voglia di fare una chiamata Skype (io compresa). E così riusciamo a condividere una certa quotidianità anche stando lontani. Siamo stati bravi. Qui, per il momento, è venuta una amica a trovarmi. Ovviamente distanza e costi non facilitano visite, però aspetto con ansia l’arrivo dei miei genitori (che avevano un volo prenotato per aprile 2020, ma poi è arrivato il Covid-19 e tutto quello che ne è conseguito)».

««Ho un forte legame con le mie origini e non passo giorno senza pensare all’Italia e a Bergamo: sarà la famiglia, saranno gli amici però c’è sempre un po’ di nostalgia nelle mie giornate»

E il futuro? «Ho un forte legame con le mie origini e non passo giorno senza pensare all’Italia e a Bergamo: sarà la famiglia, saranno gli amici però c’è sempre un po’ di nostalgia nelle mie giornate. È difficile rispondere a quali siano i miei progetti per il futuro, così difficile che decido di non pensarci spesso e vivere quello che faccio con intensità pensando che ho la fortuna di vivere la vita che volevo: tendenzialmente felice, circondata di amore e con un paesaggio stupendo sempre di sfondo. Del futuro a lungo termine poi non riesco a parlarne perché ho assorbito la filosofia sudamericana del “que fluya”. Per qualche anno sicuramente rimarrò qui continuando a dedicarmi alla mia nuova carriera che ogni giorno apre porte nuove. Mi piacerebbe però conoscere posti nuovi perché penso che se un paesino sperduto nel deserto mi ha dato così tanto, chissà quanti posti nel mondo possono esserci. C’è la costante voglia di novità ma ormai, dopo vari anni fuori, le energie sono meno e le paure (per assurdo) aumentano».

«Mi piacerebbe tornare in Italia se mai avrò una famiglia mia. Mi piacerebbe avere la mia famiglia più vicina»

«Ho il cuore e la casa in due posti molto lontani – conclude – ed è difficile pensare a rinunciare a uno dei due. Mi piacerebbe tornare in Italia se mai avrò una famiglia mia. Mi piacerebbe avere la mia famiglia più vicina. Per il mio lavoro questo posto è perfetto però come dicevo prima è un lavoro che ho scoperto stando qui e non mi preoccupa dover cambiare di nuovo tutto dal punto di vista professionale».

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