«Ai professionisti tamponi a gogò
Nello sport dilettantistico nulla»

La lettera di un genitore sui tamponi nel mondo sportivo giocato a livello dilettantistico.

«Uno studio svolto su mezzo milione di persone, pubblicato su Science, afferma che il contagio del virus Covid-19 si trasmette facilmente soprattutto in occasione di attività svolte, come il canto o un’intensa attività fisica dove avviene una maggiore diffusione di goccioline potenzialmente infette (fonte Corriere della Sera)». Inizia così la lettera di un genitore che pubblichiamo.

«Sulla base di tali evidenze, già peraltro note, le scuole si sono adattate prendendo le dovute contromisure. Infatti, durante le ore di educazione fisica sono vietati gli sport di squadra, è vietato l’uso degli spogliatoi, è obbligatorio rispettare le distanze di sicurezza in palestra – 2 metri -, è obbligatorio sanificare gli attrezzi, tra cui la palla, utilizzati anche da una sola persona ecc.)».

«Per gli sport di squadra, le società sportive professionistiche hanno l’obbligo di effettuare in continuazione tamponi a tutti i giocatori e allo staff. Premesso ciò, mi chiedo perché mio figlio e tutti coloro che giocano nelle serie minori (terza, seconda categoria ecc.), non abbiano alcun obbligo di sottoporsi ad alcun tampone o test sierologico nonostante per due-tre volte alla settimana si allenino e utilizzino gli spogliatoi in circa venti persone e disputino partite con altri 18 giocatori, in tutto 36, ovviamente senza mascherina e senza sapere se gli atleti con cui giocano e scambiano goccioline di saliva siano o meno infetti. Mi sembra che ogni commento sia superfluo».

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