Casa esplosa a Seriate, il sopralluogo
La prima ipotesi: tubo forato per sbaglio

Potrebbe essere stata la perdita in una tubatura del gas a provocare l’esplosione nella palazzina di via Dante a Seriate, costata la vita lunedì 16 marzo al 27enne Lorenzo Giannini.

Questo il primo esito del sopralluogo dei carabinieri della tenenza di Seriate e dei vigili del fuoco del Niat (Nucleo investigativo antincendi territoriale) durato oltre cinque ore. Dalle 10,15 a poco prima delle 16 (un’autoscala è rimasta fino alle 17,30 per rimuovere le tegole pericolanti) gli investigatori sono entrati nell’appartamento del giovane, da cui è partita l’esplosione, per effettuare una serie di accertamenti che proseguiranno domani mattina con un’attrezzatura speciale.

Dai primi riscontri, sembra che ci sia stata una perdita in una tubatura del gas, provocata probabilmente dallo stesso giovane che avrebbe bucato il muro senza rendersi conto di aver forato il tubo. L’appartamento si è così saturato di gas durante la notte, Lorenzo stava dormendo e non se n’è accorto (un suo vicino ha riferito di aver sentito odore di metano già alle 7, quando è uscito per andare al lavoro) ed è bastato un piccolo impulso elettrico per fare da innesco e scatenare lo scoppio: sarebbe bastata anche la sveglia o un messaggio sul cellulare.

Un malfunzionamento della caldaia sembra essere escluso: era fuori, sul terrazzo, ma la direzione dell’onda d’urto dell’esplosione è stata dall’interno verso l’esterno. Il sostituto procuratore Antonio Pansa, che coordina le indagini, non ha ancora disposto l’autopsia in attesa dei nuovi accertamenti. È un esame che, se sarà compiuto, servirà per lo più per scrupolo: principalmente per verificare se sul corpo non ci siano lesioni che possano aver provocato il decesso prima dell’esplosione. In pratica - anche se è un’ipotesi molto remota è abbastanza contorta - se Lorenzo Giannini non sia stato ucciso da qualcuno che, poi, per mascherare l’omicidio, ha architettato la deflagrazione.

La salma di Lorenzo si trova al cimitero di Seriate. «Era un ragazzo volenteroso, che chiedeva di fare formazione perché voleva imparare, valido, attento e concentrato sul lavoro». Vincenzo Polgi, titolare della Sv Sistemi di sicurezza di Villa di Serio, ricorda con parole cariche di stima Lorenzo «Gigi» Giannini. Il 27enne aveva iniziato a lavorare nella ditta da circa un mese, poi lo stop a causa dell’emergenza coronavirus. Aveva appena iniziato la sua formazione. E il titolare della Sv Sistemi di sicurezza ricorda che, al primo colloquio, «mi ha colpito la sua trasparenza e sincerità, che non tutti i giovani in questo momento hanno. A pelle, mi ha trasmesso la sua bontà e trasparenza».

Certo, in un mese la conoscenza era appena iniziata, ma Polgi ha da subito visto l’accuratezza e la concentrazione di Lorenzo Giannini nel lavoro. «Era silenzioso, un bravo ragazzo. Per il poco che ho potuto conoscerlo, per come l’ho sentito io, era un giovane valido, che voleva imparare». Ieri mattina, nella strada ripulita dai detriti, i segni di quanto accaduto erano sulle facciate dei negozi e palazzi. Il tetto, al civico 50, è saltato in aria. Da una finestra pende ancora una tenda bianca. Affacciandosi nella strada che fa angolo con il palazzo, le macerie erano invece ancora presenti nel cortile da cui si entrava nei tre appartamenti, e su cui si affaccia un altro palazzo (anche qui, solo il primo piano abitato).

Il giovane che abitava a fianco di Lorenzo Giannini, miracolosamente illeso (a parte il perdurare di un fischio nelle orecchie), è arrivato con la compagna sotto casa. La giovane era già uscita per andare al lavoro, mentre lui è stato svegliato dal boato. Racconta di essere «corso fuori, prendendo solo il giubbotto. Poi mi sono reso conto di essere uscito senza scarpe».

La 49enne che risiedeva nell’altro appartamento è invece ancora al Niguarda. La cognata è andata a prendere alcuni suoi effetti personali. Non ha parlato con lei, ma i medici le hanno riferito che - nonostante tutto - sta bene. Nel suo appartamento, dalle finestre esplose, si vedono i vestiti ancora appesi nell’armadio. Sembra incredibile che, in mezzo a quella devastazione, gli abiti siano perfettamente ordinati. Nella palazzina che si affaccia sul cortile abita una signora che, al momento dello scoppio, stava facendo colazione.

Tanto spavento, ma è illesa. Mentre ieri mattina i titolari dei negozi di via Dante «chiudevano» le vetrine esplose, si iniziava anche la prima conta dei danni. Sotto gli appartamenti colpiti dall’esplosione, c’è il salone «Mimmo acconciature», di Mimmo Gavazzeni. Le vetrine sono esplose all’interno, e ieri sono state sostituite da dei pannelli. Danni anche dentro il negozio di tatuaggi. Di fronte, una saracinesca sembra quasi essere stata risucchiata con una ventosa verso l’esterno.

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