Christo, alle 16 la posa del tessuto
Ecco in anteprima dove è nascosto

Eccoli i teli che copriranno la passerella di Christo. Alle 16 di mercoledì 15 giugno inizieranno le operazioni di stesura.

Per il momento sono nascosti in sacchi ben chiusi: devono restare ermeticamente sigillati fino alle 16, quando inizieranno ufficialmente le operazioni di disposizione sulla passerella del tessuto giallo oro. Uun esercito di persone brulicherà lungo i 4,5 chilometri dei pontili tra Sulzano e Monte Isola e tra Monte Isola e San Paolo andata e ritorno, per fissarlo allo strato di feltro e quindi ai sottostanti 200 mila blocchi di polietilene. I pezzi di tessuto dovranno essere stesi in modo da formare delle increspature, per simulare l’effetto delle onde del lago, secondo i «desiderata» dell’artista. Che, per questo, ha chiesto che venisse prodotto il 20% in più del «chilometraggio» di tessuto necessario a ricoprire la passerella.

A realizzarlo, la manifattura Setex, che ne ha prodotti circa 100 mila metri quadrati a Graven, in Germania: il telo è composto da un nylon poliammidico con una larghezza di 5,5 metri e del peso di 317 grammi per ogni metro quadrato. Era la primavera del 2105 quando Christo ha chiesto ai tedeschi di fornirgli il tutto.

Il tessuto è stato poi affidato a un’altra società tedesca (la Geo - Die Luftwerker di Lubecca), che ha cucito i vari pezzi di tessuto. A cucirli, un certo numero di sarte. E due sono in arrivo al quartier generale di Montecolino, all’ex Caproni di Iseo, dove resteranno a disposizione in attesa di riprendere ago e filo. O meglio, delle speciali macchine da cucire che dovrebbero essere portate direttamente sulla passerella: prima verranno stesi i rotoli di giallo dalia, poi le sarte interverranno per cucire i lembi finali. E per le rifiniture. Appiccicate alle pezze di tessuto ci sono delle strisce di Pvc e degli anelli che durante la fase di montaggio verranno agganciati con dei moschettoni a una cima che corre sul bordo dei blocchi di polietilene.

Queste le disposizioni tecniche per rivestire The floating piers. Non è un caso la presenza delle due «fraulein» spedite dalla casa madre dei cucitori tedeschi. La cura maniacale del dettaglio è una delle precise richieste dell’artista: nulla è lasciato al caso. Prima di tutto per esigenze strettamente legate alla sicurezza dell’installazione, in seconda (ma non secondaria) battuta, perché la cura del particolare è una delle scelte di Christo. A sorvegliare che il progetto dell’artista venga realizzato al 100% secondo le sue direttive c’è il super ingegnere americano Vince Davenport, vera e propria ombra di Christo soprattutto in queste battute finali dell’installazione.

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