Collegamento con lo scalo di Orio
«Lo gestirà Trenord», corsa ogni 10 minuti

Sarà Trenord a gestire il futuro collegamento con l’aeroporto di Orio al Serio, quello che nelle intenzioni della Regione Lombardia potrebbe arrivare ad una corsa ogni 10 minuti su Bergamo e da qui verso Lecco e Milano, sia via Treviglio-Pioltello che Carnate-Monza.

Lo si legge sull’avviso di preinformazione relativo a un contratto di servizio pubblico che il Pirellone ha fatto pubblicare sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea dove il servizio compare tra quelli di nuova (e futura) attivazione, compresa la Ponte San Pietro-Bergamo-Montello.

Il collegamento è inteso in prima battuta come prolungamento delle attuali corse delle linee da Milano fino ad Orio al Serio, mentre più complessa appare un’analoga operazione sui treni da Brescia. Ma dietro le quinte (nemmeno tanto, in verità...) l’idea è quella di lavorare anche ad un servizio diretto no stop con fermate solo a Milano, Bergamo e Orio, con materiale rotabile ad hoc e tariffe che vanno di conseguenza. Resta da capire la fattibilità del progetto, considerato che in un passato anche molto recente qualsiasi richiesta di potenziamento di corse avanzata dai pendolari era stata rimandata al mittente con la spiegazione che non c’erano tracce sufficienti sulla linea. Problema che si acuisce in modo quasi ingestibile all’approssimarsi del nodo milanese. Vedremo se da qui al 2025 si troverà la quadra.

La galassia del gruppo Ferrovie

Tornando alla questione Trenord, anche Trenitalia dice la sua sul prolungamento del Contratto di servizio dal gennaio 2021 per i successivi 10 anni, anticipato dall’assessore Claudia Terzi a L’Eco di Bergamo ad inizio dicembre e che in occasione della seduta di Giunta prenatalizia del Pirellone ha preso ulteriore forma. Come noto, la società del gruppo Ferrovie è presente al 50% in Trenord, paritariamente a Fnm, realtà a controllo regionale.

«I Contratti di servizio di breve durata tra il committente del servizio (la Regione) e la società di trasporto non permettono la pianificazione di importanti investimenti economici, non potendo in un lasso di tempo breve poter ammortizzare l’investimento» spiegano dall’ufficio stampa di Trenitalia. «Questo vale per la Lombardia così come per le altre regioni. È chiaro che con un Contratto di servizio più lungo anche Trenitalia, che possiede il 50% di Trenord, farà la sua parte. Rimane comunque confermata la gestione operativa in capo a Fnm».

In sostanza, a contratto più lungo corrispondono dal punto di vista dei partner maggiori certezze che giustificherebbero di conseguenza investimenti adeguati. Nella fattispecie di Trenitalia, sul materiale rotabile, nota decisamente dolente di Trenord, dove il rinnovo in atto è targato per la quasi totalità Regione. Non a caso la società del gruppo Ferrovie ha sempre premuto nelle altre regioni (tutte, tranne la Lombardia...) per contratti di almeno 10 se non 15 anni.

Ma al di là delle polemiche sull’orientamento della Regione di procedere verso un nuovo affidamento diretto (dai pendolari, e non solo, si premeva per le gare, anche solo su linee specifiche), sullo sfondo resta un altro problema: si chiama Rfi, la società sempre del gruppo Ferrovie che si occupa della rete. Anche di fronte ad un rinnovo di contratto potenzialmente infinito, il convitato di pietra resta sempre lei, quella che deve fare gli investimenti sulla rete.

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