Cre di Nembro, dopo il bimbo positivo
nessun altro contagiato in oratorio

Negativi al tampone i cinque amici e l’educatore della sua squadra. Don Cella: una bella notizia, anche perché il piccolo fortunatamente sta bene.

Giovedì 16 luglio, la buona notizia. Sono tutti negativi i cinque compagni di Cre del bambino di Nembro risultato positivo al coronavirus. Il piccolo, di sette anni, ha scoperto di essere positivo lunedì, quando - entrato in ospedale, al «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, per una frattura al braccio - è stato sottoposto a tampone. I cinque compagni del Cre, l’educatrice e i familiari del bambino (padre, madre e due fratelli, pure loro iscritti al Centro estivo) sono invece risultati tutti negativi: gli esiti sono arrivati nella giornata di ieri. Per tutti, l’Ats Bergamo - che martedì ha eseguito lo screening sui contatti stretti del ragazzino - ha disposto due settimane di quarantena: come da protocollo, potranno tornare ad uscire solo dopo il tampone di verifica, a fine luglio.

Nembro tira così un sospiro di sollievo: la notizia che al Cre, frequentato da oltre 250 bambini, fosse emerso un caso di positività aveva causato qualche preoccupazione. Nonostante l’organizzazione del Centro estivo sia stata studiata proprio per minimizzare le possibilità di contagio: i partecipanti sono organizzati in minisquadre di sei più un educatore, proprio per limitare al massimo le possibilità di contagio e isolare con facilità - così com’è successo questa settimana - il solo gruppo a «rischio» senza dover sospendere l’intero Cre. «Il Centro estivo va avanti con lo stesso entusiasmo – dice don Matteo Cella, coordinatore del Cre – e siamo felici che il nostro partecipante stia bene, nonostante la positività riscontrata al virus. In questi ultimi giorni non ci sono state assenze di bambini, solo un genitore ha ritirato il proprio figlio dal progetto, moltissime famiglie ci hanno chiamato per spronarci ad andare avanti, e in tanti ci hanno mostrato tutto il loro sostegno, apprezzando anche la trasparenza con cui abbiamo gestito la situazione. I nostri concittadini sanno che abbiamo organizzato tutto al meglio, con la massima attenzione».

Per la comunità di Nembro, il Cre è un’occasione di ripartenza: per quei bimbi che hanno perso nonni, che sono stati costretti a settimane di isolamento e chiusura forzata, tornare a giocare insieme e a vivere il territorio è un’opportunità preziosa. Lo è dovunque, ma a Nembro ancor di più: proprio mentre ieri arrivavano gli esiti dei tamponi, don Matteo Cella accompagnava al cimitero cittadino una troupe del New York Times impegnata in un documentario sul coronavirus. L’ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno, di come quel piccolo paesino della Val Seriana sia diventato, suo malgrado, un simbolo. Per tutto il mondo.

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