Ecco le Superiori che preparano al futuro
A Bergamo «Mascheroni» e «Riva» al top

Per la classifica della Fondazione Agnelli, il Liceo primeggia sul fronte della preparazione all’Università. L’istituto di Sarnico invece offre le maggiori possibilità di inserimento lavorativo: l’indice di occupazione è del 92%.

È online da oggi, 7 novembre, la nuova edizione di «Eduscopio», il portale studiato e realizzato da Fondazione Agnelli per aiutare i ragazzi di terza media nella scelta della scuola superiore. Con una semplice ricerca sul portale www.eduscopio.it, infatti, si possono visionare e confrontare tutte le scuole (statali e paritarie) in un determinato territorio: a ognuna è stato infatti assegnato un punteggio che racconta quanto gli istituti siano in grado di preparare al mondo accademico o a quello del lavoro.

Per quanto riguarda il primo ambito, nello studio vengono presi in considerazione i risultati ottenuti nell’anno successivo al diploma dagli studenti che hanno affrontato un percorso di scuola secondaria di secondo grado liceale o tecnico. Nel dettaglio, per costruire l’indice Fga (Fondazione Giovanni Agnelli) sono stati presi in considerazione, nell’anno successivo al diploma, il numero di esami sostenuti dai ragazzi e la media dei voti ottenuta. Entrambi gli indicatori concorrono a definire quindi la qualità della scuola superiore di provenienza. Particolarmente significativo quest’anno nella Bergamasca il risultato fatto segnare dagli studenti del percorso scientifico a curvatura scienze applicate del Liceo «Mascheroni» di Bergamo. Gli studenti di questo particolare percorso hanno ottenuto un indice Fga di 97,16, il più alto fatto registrare tra le scuole orobiche.

Il «Mascheroni» si conferma al primo posto anche tra i Licei scientifici tradizionali, ma con un indice decisamente più basso (89,52), mentre negli altri indirizzi sono particolarmente positivi il «Sarpi» (Classico), il «Romero» di Albino (Scienze umane), il «Betty Ambiveri» di Presezzo (Linguistico), «La Traccia» (Artistico), il «Maironi da Ponte» di Presezzo (Tecnico economico) e il «Mario Rigoni Stern» (Istituto tecnico tecnologico). «I ragazzi che frequentano il nostro istituto – spiega Ugo Punzi, dirigente scolastico del Mascheroni – partono già con l’intenzione di fare un percorso di qualità e noi cerchiamo di mettere a loro disposizione tutte le risorse possibili per valorizzare il loro talento e la loro disponibilità. Cerchiamo di mantenere aggiornati i curricola e gli insegnanti mettono tutte le loro risorse professionali e culturali per poter aiutare al meglio i ragazzi. A questo va aggiunto anche un ambiente scolastico accogliente e che predispone all’apprendimento».

Il fronte del lavoro

Per quanto riguarda invece gli istituti che favoriscono, alla fine del percorso, l’ingresso nel mondo del lavoro, sono state analizzate le performance degli studenti degli istituti tecnici (indirizzi Economico e Tecnologico) e di tutti gli istituti professionali (settori Servizi e Industria e artigianato). In questo caso gli elementi presi in considerazione sono stati la percentuale dei diplomati «occupati» (che hanno lavorato per più di sei mesi in due anni dopo il conseguimento del diploma) e la coerenza tra gli studi fatti e il lavoro svolto. Tra gli istituti bergamaschi quest’anno particolarmente rilevanti i risultati del «Serafino Riva» di Sarnico, in particolare nel percorso professionale industria e artigianato, con una percentuale di occupazione post diploma pari al 92%. «Nella nostra zona – spiega il dirigente scolastico del Serafino Riva di Sarnico, Salvatore Spagnolello – ci sono diverse aziende nel settore meccanico (facciamo parte del distretto industriale delle guarnizioni) e quindi c’è anche un’ampia richiesta di manodopera. Noi abbiamo cercato di stabilire un rapporto anche con le associazioni dei produttori, in particolare per l’ambito meccatronico, ma anche per gli altri settori. Importanti sono anche le attività di alternanza: spesso le aziende propongono ai ragazzi di continuare a lavorare per loro dopo gli stage. In generale l’occupabilità è alta anche per gli altri nostri indirizzi di studio, ma in campo tecnico ci sono ragazzi che scelgono di continuare a studiare all’università o agli Its e per questo motivo le percentuali diminuiscono».

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