Ferito sulla Presolana, chiede i danni
Il sindaco: che faccio, chiudo la montagna?

Castione. Il giovane il 27 luglio è stato colpito a una gamba da un sasso. Il sindaco: «La montagna non è a rischio zero, chiudiamo la Presolana?»

«Chiudiamo la Presolana?», questa la provocazione del primo cittadino di Castione della Presolana che si è visto recapitare ieri una richiesta di risarcimento danni a seguito di un incidente avvenuto una settimana fa nei pressi della Grotta dei Pagani. «Non si può mettere in sicurezza la montagna. Se ci fosse stato Christo avremmo potuto chiedergli di ingabbiare il massiccio della Presolana con una gigantesca installazione – afferma il sindaco Angelo Migliorati –. L’alternativa è chiudere la Presolana?», si chiede il primo cittadino esternando anche su Facebook la sua provocazione. L’incidente risale alla sera di lunedì 27 luglio quando un 21enne residente in Val Seriana, colpito da un masso, era rimasto ferito ad una gamba mentre si trovava vicino alla Grotta dei Pagani. Il giovane era stato poi recuperato in quota dall’elisoccorso che l’aveva trasportato al Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Dopo Valbondione, che ha ricevuto richiesta danni per oltre 400 mila euro, anche Castione della Presolana si ritrova a dover affrontare una richiesta di risarcimento (non sono ancora stati formalizzati i dettagli) per un incidente, sempre in quota. «Mi confronterò con la sindaca di Valbondione e chiederò al loro legale di seguire la vicenda, per la quale al momento non sono state formalizzate delle richieste», precisa Migliorati.

Il Comune guidato dalla sindaca Romina Riccardi era stato citato in sede civile a febbraio per un sinistro risalente ad alcuni anni prima in cui una persona colpita da un masso rischiò la vita.

Vicende che, secondo il presidente del Cai Bergamo Paolo Valoti, invitano a una riflessione: «Quando ci si muove in un ambiente naturale, in montagna, non esiste il rischio zero e non dobbiamo dimenticarcelo – spiega –. Siamo tutti solidali di fronte a un incidente così come siamo solidali verso i Comuni montani che si trovano in difficoltà per la gestione del territorio. Ma è importante distinguere un ambiente strutturato (esempio un parco) che offre dei servizi organizzati, da un ambiente naturale, imprevedibile come la montagna».

Il presidente ha poi ricordato che a tutti gli associati Cai viene proposto un percorso formativo ma anche coperture assicurative in caso di incidenti: «Promuoviamo la cultura della prevenzione e la consapevolezza che esiste un rischio reale di incidenti in montagna – spiega Valoti –. I nostri soci sono poi assicurati automaticamente durante le attività da noi proposte ma offriamo anche l’opportunità di integrare per eventuali incidenti durante le attività individuali». Il pensiero del presidente del Cai Bergamo va poi alle 52 persone morte in Presolana i cui nomi sono incisi alla Cappella Savina: «Quest’anno, il 3 ottobre, ricorreranno 150 anni dalla prima salita in vetta alla Presolana – ricorda – molti hanno perso la vita lassù ma nessuno, che mi ricordi, ha avviato una procedura legale contro il Comune». Martedì non è stato possibile parlare con il legale del giovane.

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