Gazzaniga, addio a Gianpietro Chiodi: colonna dei vigili del fuoco

È morto a 87 anni il pompiere volontario in pensione. Capostipite di una famiglia di pompieri: quattro figli e un nipote vigili del fuoco.

Nell’ambiente valligiano dei vigili del fuoco ma anche fra quanti lo conoscevano, era chiamato scherzosamente «il generale» per via della divisa fuori ordinanza che era solito indossare, malgrado il suo status di pensionato, nelle grandi occasioni e nelle cerimonie ufficiali alle quali non mancava mai. È morto ieri all’ospedale di Alzano, dove era ricoverato per un blocco intestinale, Gianpietro Chiodi, pompiere volontario al distaccamento di Gazzaniga. Se n’è andato all’età di 87 anni (compiuti il 6 gennaio scorso) dopo 36 anni di servizio, col grado di caposquadra. Entrato a far parte del Corpo dei vigili del fuoco di Gazzaniga nel 1962, vi ha prestato servizio per 36 anni. Ma anche dopo essere stato collocato a riposo ha continuato a frequentare la caserma dei pompieri di Gazzaniga e spesso e volentieri era presente sul campo per assistere agli interventi dei colleghi in servizio. Al distaccamento di Gazzaniga, Chiodi era di casa, specie nelle manifestazioni ufficiali, a dimostrazione della sua passione mai venuta meno nel corso degli anni.

Il suo attaccamento al Corpo è testimoniato anche dal ruolo di capostipite di una famiglia di pompieri: ben quattro dei suoi figli (Manuel, Raffaello, Cinzia, Michele) e un nipote (Daniel, figlio di Manuel) ne sono entrati a far parte, alcuni dei quali con la qualifica di permanenti e due, Manuel e Michele, hanno comandato anche il distaccamento di Gazzaniga. Rimane anche indelebile l’immagine di lui accanto alla sua macchina rossa (il colore del fuoco e dei pompieri) sul cui cruscotto era posta in evidenza la paletta impiegata per disciplinare il traffico in caso di emergenza.

Operaio tessile allo stabilimento Cristini di Fiorano, Chiodi aveva scelto l’attività di pompiere volontario come missione di alto valore civico. Il suo curriculum annovera migliaia di interventi fra i quali lui stesso ebbe a ricordare quello accaduto il 10 luglio 1972 quando, in occasione di un nubifragio, il centro del paese fu invaso da una massa d’acqua e di fango. La squadra di Gazzaniga, di cui facevano parte Chiodi e il collega Carlo Marchesi fu la prima ad intervenire al comando di Gianni Perini, ma ci vollero oltre una decina di giorni – come testimoniarono al nostro giornale i due pompieri volontari ricordando quella emergenza – per sgomberare dal detriti e dai veicoli trascinati dalla corrente piazza XXV Aprile, l’ospedale Briolini e la concessionaria Fiat Messina.

La data dei funerali non è stata ancora fissata e la salma, consegnata ai familiari, è stata composta nella Casa del commiato di via Salici di Gazzaniga dove è stata allestita la camera ardente.

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