Mascherine anti-Covid con scritte fasciste
Identificato l’ambulante che le vendeva

La vicenda è stata resa nota dall’Anpi Bergamo. Il sindaco di Serina: «Fatti simili non devono più accadere».

Mascherine anti-coronavirus con scritte fasciste al mercato di paese. È lo spiacevole episodio registratosi mercoledì 26 agosto a Serina, durante l’ultimo mercato estivo settimanale. «Mercoledì – dichiara Mauro Magistrati, presidente Anpi Bergamo –, alcuni cittadini di Serina, resisi conto di alcune mascherine anti-coronavirus esposte su una bancarella che riportavano scritte fasciste come “Meglio vivere un giorno da leoni che 100 da pecora”, “Italiani si nasce non si diventa”, “Credere, obbedire, combattere” e così via, hanno segnalato il fatto alla sezione Anpi Valle Brembana che ci ha a sua volta girato la segnalazione».

Una segnalazione giunta poi all’Amministrazione, ma a mercato terminato. «Noi, ovviamente, prendiamo le distanze da quanto successo – afferma Giorgio Cavagna, sindaco di Serina –. Purtroppo la segnalazione è arrivata a mercato finito e non abbiamo potuto fare nulla. Ora non avremo più nemmeno il mercato il mercoledì, perché si trattava di quello realizzato in occasione della stagione estiva, ma durante tutta estate non c’è mai stato nulla di simile. Fatti di questo tipo non devono più succedere».

«Ho contatto il sindaco di Serina che si è dichiarato indignato dell’accaduto – conferma Magistrati –. Come Anpi, abbiamo espresso preoccupazione e disgusto, inneggiare al fascismo è reato. Come bergamaschi, non possiamo accettare quanto accaduto».

Sul caso si sono mossi gli agenti della Digos di Bergamo che hanno individuato l’ambulante responsabile del banchetto, residente nella Bassa bergamasca. L’uomo è stato convocato in Questura a non ha precedenti ed è estraneo ad ambienti politicizzati. La finalità dell’iniziativa - a suo dire - è stata meramente commerciale.

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