Le spese per la galleria Montenegrone
Un gigante tecnologico da 800 mila euro

Mille luci, 34 ventilatori, 98 telecamere e impianti sos: il cervello in tre cabine di comando. Il bilancio della Provincia per il tunnel più lungo della Bergamasca.

Una galleria dagli elevati standard di sicurezza a cui ora la Provincia ha aggiunto l’ultimo impianto che mancava (e che era stato «dimenticato» dall’Anas quando aveva provveduto alla sua realizzazione): la copertura radio necessaria ai soccorritori in caso di emergenza. Si tratta della galleria Montenegrone che si estende sulla ex statale 671 fra Villa di Serio e Scanzorosciate: è il più lungo tunnel (3,7 chilometri) in tutta la Bergamasca e la sua gestione è di competenza di via Tasso (che l’ha presa in carico da Anas nel 2008). Una gestione complessa visto la serie di impianti di cui la galleria è dotata, fondamentali prima di tutto per mantenere l’aerazione necessaria a tenere sotto i limiti di legge le sostanze inquinanti prodotte dalle migliaia di veicoli (fra i 15 e i 20 mila) che ogni giorno la percorrono.

Abbiamo visitato il tutto insieme ai due tecnici responsabili della Provincia, Alain Mazzocchi e Paolo Croce. Il primo dato che sorprende è quello dei costi: ogni anno la Provincia per la gestione della Montenegrone spende quasi 800 mila euro (per esattezza 785 mila). La voce principale di spesa, più di 450 mila euro, è dovuta al consumo energetico dell’impianto di ventilazione sanitaria costituito da 34 ventilatori: «A volte in passato - spiega Mazzocchi - alcuni automobilisti hanno lamentato la presenza di troppo smog dentro la galleria. Bisogna però sapere che non vengono mai superati determinati parametri previsti dalla legge. Per migliorare, comunque, la situazione da circa un anno abbiamo deciso di “forzare” la ventilazione, ossia farla partire negli orari di punta al mattino e al pomeriggio anche se le concentrazioni di monossido di carbonio o ossido di azoto non sarebbero tali da renderlo necessario». In media la ventilazione sanitaria funziona 4 ore al giorno.

Il consumo di energia è legato poi anche all’illuminazione, composto da mille corpi illuminanti; al sistema di ventilazione di emergenza necessario in caso di incendio per il quale esiste anche un impianto idrico dotato di una vasca di 24 mila litri d’acqua; il sistema di videosorveglianza con 98 telecamere; il sistema di sos composto dalle colonnine di emergenza sulle quali via Tasso è appena intervenuta potenziandone il microfono: «È stato necessario - spiega ancora Mazzocchi - perché nella galleria c’è un rumore tale da rendere difficile la comunicazione»; e poi tutta la segnaletica, compresi gli impianti semaforici che, nelle ore di punta, bloccano il traffico in entrata mediamente due/tre volte per un tempo che oscilla fra i 5 e 10 minuti. Anche in merito sono a volte arrivate lamentele alla Provincia: «Tutto ciò però - sostiene ancora il tecnico - è previsto dal piano di emergenza: all’interno il traffico deve essere sempre fluido e, per sicurezza, non possono esserci incolonnamenti».

Gli apparati elettromeccanici che fanno funzionare questi impianti si trovano in tre cabine: una a Scanzorosciate, una dentro la galleria (si accede da un tunnel laterale riservato ai mezzi di soccorso) e una all’esterno sul lato Clusone. Quella, però, da cui è possibile gestire tutto è la prima, nella quale è presente una sala comando in cui dovrebbero esserci operatori 24 ore su 24. Non li abbiamo trovati. Il motivo è che la Provincia ha esternalizzato questo servizio, con una spesa di 98 mila euro l’anno, a una ditta specializzata che ha la sua base operativa (con un distaccamento a Milano) a L’Aquila: «Farlo noi direttamente, assumendo personale specializzato che avrebbe dovuto fare turni giorno e notte - conclude Mazzocchi - sarebbe stato molto più dispendioso». Degli 800 mila euro che la Provincia spende per la gestione della Montenegrone rientrano anche 180 mila euro per manutenzione ordinaria e straordinaria.

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