Sospesi due medici di base senza vaccino: ora c’è il problema della sostituzione

Si tratta di un uomo e una donna, verrà «congelata» anche la loro iscrizione all’Ordine. Il presidente Marinoni: decisione giusta. Giupponi, Ats: possibile distribuzione degli assistiti ad altri professionisti.

Vaccini obbligatori per il personale sanitario: le sospensioni finora si erano concentrate prevalentemente sui camici bianchi degli ospedali, delle case di riposo o degli studi privati, con numeri assottigliati dopo gli ulteriori controlli. Ora, però, la scure per gli operatori sanitari non in regola con l’obbligo vaccinale va inevitabilmente a segnare la prima stretta su un tassello fondamentale della sanità territoriale: venerdì, infatti, l’Ats di Bergamo ha firmato due delibere che ratificano la sospensione di altrettanti medici di assistenza primaria, in sostanza i medici di base. Si tratta del primo provvedimento su questa platea in Bergamasca; nel documento per motivi di privacy è stato oscurato il nome dei due medici di base sospesi, si tratterebbe comunque di un uomo e di una donna.

Le scremature

E, verosimilmente, gli assistiti di questi medici potrebbero saperlo a breve: si dovrà evidentemente trovare un sostituto, tema complesso di questi tempi.

Dopo la prima scrematura attraverso le anagrafi vaccinali, l’Agenzia ha inviato a entrambi i medici una doppia pec – un messaggio di posta elettronica certificata, valido come una raccomandata – il 7 giugno e l’8 luglio. Le risposte (o le mancate risposte) non hanno dimostrato l’assolvimento dell’obbligo vaccinale e, si legge nelle delibere, «con atto di accertamento del 12 agosto 2021, a firma del direttore del Dips (il Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria, ndr), Ats ha attestato l’inosservanza vaccinale del medico di assistenza primaria operante in un ambito di assistenza primaria della provincia di Bergamo». In uno dei due casi, il 13 agosto il direttore sanitario dell’Ats, Michele Sofia, ha convocato il medico «per un ulteriore colloquio, da cui non è derivato alcun effetto che possa far decadere l’atto di accertamento». La conclusione è appunto che, salvo colpi di scena, i due medici di base non lavoreranno fino a quando non si metteranno in regola: il decreto parla di «sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio da Sars-CoV-2», come appunto una visita al paziente.

«In virtù della tipologia di incarico di medico di assistenza primaria titolare di ambito», cioè per via della specificità della professione del medico di base, spiega il provvedimento dell’Ats, «non è possibile l’assegnazione a mansioni diverse. Il presente provvedimento di sospensione mantiene efficacia sino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale (da attestare alla scrivente a cura dell’interessato) o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021».

Le procedure

«La sospensione in caso di mancato assolvimento all’obbligo vaccinale, durerà fino al 31 dicembre, data della scadenza delle norme di legge, a meno che il soggetto, o i soggetti interessati, non decidano diversamente rispetto al vaccino, o , di contro, il decreto non venga prorogato ulteriormente, cosa che ritengo decisamente possibile – rimarca Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo – . Si dovrà quindi garantire agli assistiti rimasti senza il loro medico la copertura sanitaria, e questo compito in questo caso spetta all’Ats, perché la sospensione in sostanza è come se comportasse l’interruzione del contratto con il medico interessato, ed è cosa diversa, per esempio, da quando il medico non può garantire la continuità del servizio perché va in ferie e quindi in questo caso è lui stesso a proporre un sostituto. La strada possibile è quella della distribuzione degli assistititi ad altri medici dello stesso ambito, anche ipotizzando l’aumento del tetto massimo a 1.800 assistiti. O, di contro, l’Ats può decidere di nominare un sostituto del medico sospeso: in questo caso è possibile che se in precedenza un medico oggi sospeso ha fatto ricorso a un sostituto per le ferie, si ricorra allo stesso sostituto».

Gli ambiti scoperti

Il problema, per la Bergamasca, è quello della carenza generale dei medici di base: a giugno era stato bandito un concorso per l’assegnazione di 77 ambiti scoperti nella Bergamasca, e soltanto due professionisti, alla fine, hanno accettato l’incarico (sulle iniziali 5 adesioni pervenute all’Ats). Gli ambiti scoperti, quindi restano ancora molti, almeno 75. E ora si aggiunge la sospensione per inadempienza agli obblighi di vaccino dei due medici.

Coinvolto l’Ordine

Entrambi i professionisti, come accennato, sono stati sospesi anche dall’Ordine dei medici di Bergamo. «Si tratta di atti dovuti – specifica il presidente Guido Marinoni –. I medici che sono sospesi non sono cancellati dall’albo, ma restano sospesi fino a quando non è accertato l’assolvimento dell’obbligo».

Sul «futuro» degli assistiti, Marinoni parte dalla prassi generale: «Quando un medico di medicina di generale si trova impossibilitato a svolgere la professione, per esempio in caso di malattia, il medico di base deve reperire un sostituto. Qualora il medico non riesca a reperirlo, l’Ats deve provvedere a garantire il servizio nominando essa stessa un sostituto. Certo nel contesto attuale è complicato, i numeri li conosciamo. Ma sia chiara una cosa: se un medico non si vaccina senza giustificazione, la sospensione è giusta nel senso più profondo del termine, oltre che rispettosa della legge».

DIMINUSCONO I MEDICI NON IN REGOLA

La «scintilla» è scoccata il 1° aprile, col decreto – poi convertito in legge il 25 maggio – che ha introdotto l’obbligo vaccinale per un’ampia platea di operatori sanitari: medici, infermieri, psicologi, tecnici radiologi, biologi, oss, farmacisti, veterinari. Da lì, progressivamente, la macchina burocratica dei controlli, degli accertamenti e – soprattutto ora – delle sospensioni non si è più fermata. Un esempio è condensato nei numeri dei medici: «Al momento i medici sospesi sono 8 – riassume il presidente dell’Ordine di Bergamo, Guido Marinoni -. Ci sono stati più provvedimenti da parte di Ats, per una ventina di nominativi in totale. Ogni caso è stato ulteriormente verificato, e appunto per diversi professionisti si è appurato che la vaccinazione è stata effettuata: a volte i medici non avevano letto la pec inviata dall’Ats, anche se è fondamentale che un medico guardi la pec, mentre in altri casi si trattava di medici che erano stati vaccinati in altre regioni, magari già a febbraio, col problema però di un mancato dialogo tra le anagrafi vaccinali. Le situazioni sono state rapidamente risolte: accertato l’adempimento dell’obbligo, l’Ats ha revocato l’atto e l’Ordine ha revocato la delibera di sospensione. Sono numeri assolutamente marginali rispetto al totale dei nostri iscritti, che sono circa seimila compresi gli odontoiatri: l’adesione è stata importantissima».

Secondo gli ultimi dati comunicati dall’Ats di Bergamo e aggiornati al 19 agosto, sono 126 gli operatori sanitari non in regola con l’obbligo vaccinale. Un numero che si è assottigliato sempre più: dai 788 nominativi che risultavano inadempienti a fine luglio, al 19 agosto l’Ats aveva emesso 215 accertamenti di inosservanza all’obbligo vaccinale; da questo conteggio vanno però sottratti 89 «ravvedimenti», cioè 89 provvedimenti che sanciscono la regolarizzazione della posizione dei sanitari. Si scende così a quota 126 camici bianchi «inosservanti»: la fetta più consistente, in proporzione, è composta da infermieri.

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