Gli artigiani: «Subito comunità energetiche o inizierà il tracollo»

Assemblea di Confartigianato. Il presidente Giambellini: «Installarne una anche allo stadio: senza sarà protesta». La risposta di Cingolani: soluzione ok, ma non sufficiente.

È partito dalle aule dello storico asilo di Crespi d’Adda, primo esempio di comunità industriale provinciale, l’appello di Confartigianato Bergamo a guardare al futuro della manifattura per tornare a crescere dopo la crisi energetica che sta fiaccando imprese e famiglie. Dall’assemblea pubblica dell’associazione, alla presenza – collegato da remoto – di Roberto Cingolani, da ieri ministro uscente della Transizione ecologica, è arrivata anche l’invito pressante del presidente di Confartigianato Giacinto Giambellini per uscire dalle sabbie mobili dei rincari di luce e gas: comunità energetiche, meno tasse e burocrazia, revisione del Reddito di cittadinanza e defiscalizzazione dei contratti di primo impiego e di apprendistato.

«In piazza se il caro energia proseguirà»

«Se il caro energia proseguirà, impedendoci di continuare a lavorare – ha avvertito Giambellini –, ci ritroverete in piazza. E se anche chi ha sempre lavorato inizia a protestare sul serio, la situazione può diventare drammatica». Serve agire subito, programmando il futuro e proseguendo nel solco di ciò che Confartigianato rivendica da tempo: «Le comunità energetiche garantiscono benefici ambientali, economici e sociali», ha aggiunto il presidente, lanciando l’idea di sfruttare, come sedi privilegiate per la loro installazione, i Piani d’Insediamento Produttivo (Pip) e le zone artigianali e industriali («e, perché no, anche la curva sud del Gewiss Stadium», ha aggiunto). Bene le comunità energetiche, «di cui abbiamo semplificato l’installazione – ha detto Cingolani –; sono senz’altro uno strumento importante, ma solo quelle non basteranno, perché l’Italia è un Paese molto energivoro».

«Formare figure nuove»

A Crespi d’Adda, un secolo e mezzo fa, si è fatta avanti una nuova visione di società basata sul lavoro in fabbrica. Emergenza dopo emergenza, oggi il mondo è di fronte a un altro cambiamento epocale, «e a logiche nuove che necessitano di una formazione continua – ha detto il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli –. Serve avere più confidenza con il nuovo linguaggio della tecnologia e dell’innovazione, e rafforzare il valore di questo percorso, che va affrontato tutti insieme. Quando abbiamo dato vita ai consorzi, siamo sempre stati vincenti, ora il problema che più mi preoccupa è l’eccesso d’individualismo. Abbiamo l’esigenza di formare figure nuove, mentre nelle imprese manca la manodopera, facendo in modo che il sistema della formazione s’incastri con le necessità del mondo del lavoro. Il momento di farlo è questo, senza perdere più tempo».

Le imprese italiane operano in uno scenario europeo in cui, a loro volta, le istituzioni dell’Unione fanno ancora fatica a trovare soluzioni in grado di soddisfare tutti. E sulla necessità di avere una «omogeneità di legislazione in Europa, senza creare dinamiche di concorrenza tra i Paesi dell’Unione», è intervenuto Antonello Pezzini, delegato del Comitato Economico e Sociale Europeo, nonché past president di Confartigianato Bergamo.

«Dare un segnale di speranza»

In platea una folta rappresentanza di istituzioni del territorio, introdotte dal direttore di Confartigianato Stefano Maroni: «Dobbiamo dare un segnale di speranza – ha detto l’onorevole della Lega Rebecca Frassini –. Il governo Draghi ha aperto la strada, ora si deve continuare, puntando alla diversificazione energetica e alle comunità energetiche». «L’Europa è la chiave per rispondere alle crisi», ha detto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, ricordando il «ruolo trainante di Confartigianato rispetto alla maturazione della consapevolezza dei problemi del territorio», mentre l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi ha ricordato l’apertura del tavolo permanente a Palazzo Lombardia dedicato alla crisi energetica.

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