Covid e decessi:
bella notizia, ma attenti

Venerdì 2 luglio in Lombardia non sono state segnalate vittime del Covid. Non accadeva da ottobre. Lo ha rimarcato in un tweet l’assessore al Welfare Letizia Moratti, che ha aggiunto: «Possiamo guardare al futuro con più speranza». Le terapie intensive continuano a svuotarsi in modo esponenziale, altro dato molto incoraggiante. Il ministro della Salute Speranza durante un convegno ha detto che è il primo venerdì che non firma ordinanze per cambiare il colore delle regioni, che restano tutte bianche come la neve. L’arancione, il giallo e il rosso sono alle spalle. È davvero finita? No, naturalmente, sarebbe un errore madornale considerare debellata l’epidemia. Basta guardare fuori dai propri confini. Mezzo mondo è di nuovo sotto attacco Covid per le numerose mutazioni del virus, a cominciare dalla più contagiosa di tutte, la variante Delta proveniente dall’India. Alcuni Paesi, come l’Australia, sono addirittura dentro una nuova ondata. Finché ci saranno altri Stati in queste condizioni non potremo mai dirci al sicuro vivendo in un mondo globalizzato.

Non esistono ponti levatoi. Il Covid non rispetta le frontiere. Gli interscambi sono troppo fitti nella nostra epoca per potersi dire al sicuro. Nel Medioevo il morbo della peste poteva metterci un anno per arrivare dall’Oriente all’Italia. Oggi basta un giorno e per arrivare a essere contagiati in alcuni casi addirittura pochi secondi.

Questo non significa che dobbiamo rassegnarci, tutt’altro. Dobbiamo semplicemente uscire da quest’incubo gradualmente e continuare ad adottare le misure di protezione (distanziamento, mascherina nei loali chiusi o nei luoghi affollati). Ma soprattutto proseguire la campagna vaccinale. Sono stati i vaccini a sconfiggere il Covid, non il caldo come dice qualche ciarlatano.

Le varianti Delta e Alfa (la cosiddetta variante «inglese») sono più contagiose del ceppo di Wuhan e provocano analoghe patologie, potenzialmente dannose. La buona notizia è che vengono rese innocue (o quasi) dalle due dosi di vaccino, dopo le quali si ottiene una protezione superiore al 95 per cento. A ciclo completato si è al riparo da conseguenze gravi. Lo dimostra la Gran Bretagna che non ha saputo prevenire questa recidiva epidemiologica: pur essendo finita in una quarta ondata con numeri allarmanti (23 mila casi al giorno) l’impatto sul numero dei decessi è stato significativamente più limitato (qualche decina).

I tassi di letalità del virus sono inquietanti se non si è vaccinati e si contrae il patogeno: sopra agli 80 anni è al 20%; tra i 70-79 anni è poco sotto al 10%; tra i 60 e i 69 è al 2,8%: ovvero, una persona su 30 se si infetta muore. La considerazione che si può fare di fronte a questi dati è molto chiara: vaccinarsi tutti, anche perché i vaccini hanno un profilo di sicurezza ottimo. Per gli over 60 è addirittura l’undicesimo comandamento.

Dunque andiamo avanti fiduciosi perché l’uscita dal tunnel è più che una luce, ma procediamo con le immunizzazioni: quasi il 55% della popolazione ha ricevuto almeno una dose dell’antidoto ma all’appello in Italia mancano due milioni e seicentomila italiani sopra i 60 anni. E procediamo con le misure di sicurezza indicati dal Cts: discoteche aperte al 50% solo «en plein air», green pass, il certificato che attesta di essere immuni, controlli, inoculazione del siero anche per i giovani perché è dimostrato che sono i maggiori vettori del contagio delle varianti. Fidarsi della scienza insomma. È la scienza che ci ha aiutato a ritrovare la strada della serenità e farci sperare in un autunno bellissimo, quando finalmente raggiungeremo l’immunità di gregge.

© RIPRODUZIONE RISERVATA