Covid, più del virus
disorientano
le troppe opinioni
Il maggior numero dei pazienti che avevano sviluppato anticorpi (53,2%) abitava in Lombardia. Ma come dicevamo non è una novità. Già in aprile uno studio condotto da un consorzio di università anglosassoni aveva appurato che il patogeno era presente in varie zone del Pianeta molto prima dello scoppio dell’epidemia nel distretto cinese di Wuhan (i dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Medicine). Si parla addirittura di dieci anni prima. La ricerca tra l’altro metteva definitivamente da parte la tesi che si trattava di un virus fabbricato in laboratorio, come dicono i complottisti, perché la sequenza genomica virale è completamente diversa da quella dei virus già noti. Si tratta invece di uno «spillover» di un salto di specie dall’animale (probabilmente un pipistrello) all’uomo.
La notizia può lasciare comprensibilmente sgomenti. Se circolava già nel settembre 2019 perché non si sono messe in atto quelle misure atte a prevenirlo? Perché anche la scienza ha i suoi tempi, i virus in circolazione sono tanti e prima di accertarne le conseguenze devastanti abbiamo dovuto assistere allo scoppio dell’epidemia a Wuhan. Navigavamo nel buio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA