Quei verbali, la sconfitta
del senno del poi
C’è anche il noto verbale del 3 marzo, già pubblicato da questo giornale il 7 agosto, relativo alla creazione o no della zona rossa di Alzano e Nembro, che tanto ha fatto discutere, ed è oggetto di un’inchiesta della magistratura. Dopo aver esaminato i dati relativi al numero dei casi, i membri del Cts avrebbero consigliato l’istituzione della «zona rossa» in Val Seriana, nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro in particolare. La Regione, in particolare l’assessore alla Sanità Gallera, contattato telefonicamente, aveva confermato i dati. «Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa anche in questi due comuni – prosegue il testo -, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue». Quello che è accaduto dopo, con il Governo che decide di non estendere i provvedimenti che già aveva applicato al Lodigiano alla Val Seriana, per poi trasformare il 7 marzo successivo, la Lombardia in zona rossa, è noto.
Ma i giorni cruciali per la vita di migliaia di persone sono quelli precedenti, a partire da metà di febbraio e in particolare dal 23, con l’ospedale di Alzano che va sotto pressione. Ed è in quel periodo che la confusione sotto il cielo è enorme poiché in quei giorni il Covid è un nemico invisibile, subdolo, che non permette di farsi un’idea, un quadro della situazione. I dati arrivano in maniera non omogenea.
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