Tossicità dei farmaci
Il compito di vigilare

I farmaci sono un determinante importante per la prevenzione e la cura delle malattie nonché per l’aumento della durata di vita, che nel nostro Paese ha raggiunto le prime posizioni a livello mondiale, pur con ampie differenze regionali difficili da eliminare. Tuttavia, va ricordato che i farmaci non sono solo portatori di benefici ma, proprio perché incidono sulle strutture del nostro organismo e raramente in modo selettivo, sono anche portatori di effetti «collaterali», che sarebbe utile definire effetti «indesiderati» o ancor meglio «tossici». Purtroppo all’attenzione dei medici e degli ammalati giunge solo la conoscenza dei benefici, spesso enfatizzati. Infatti, fa parte della propaganda far presente gli aspetti positivi dei farmaci, rispettando in tal modo le leggi del mercato, che valgano anche per la medicina. Come per tutti i beni di consumo è difficile che si sottolineino gli svantaggi apportati dai farmaci.

In questo senso anche la legislazione non è di grande aiuto, perché gli studi clinici controllati, ritenuti lo standard aureo per verificare le caratteristiche di un farmaco, sono disegnati solo per valutarne i benefici. Infatti, la numerosità dei pazienti che entrano nello studio è calcolata in base ai parametri dei benefici che si vogliono ottenere. Se l’entità del beneficio che si vuole dimostrare è molto grande, il numero dei pazienti sarà piccolo; viceversa se il beneficio atteso è piccolo.

L’entità degli effetti tossici attesi non entra nel calcolo della numerosità dei pazienti che partecipano allo studio e perciò non può esser valutata, se non quando il farmaco entra in commercio e viene somministrato a molte più persone rispetto a quelle incluse negli studi clinici. Solo allora comincia il conteggio degli effetti tossici. Ma come viene fatto il calcolo? Sostanzialmente ricorrendo alla raccolta dei rapporti spontanei fatti da medici, farmacisti e ammalati. Una raccolta di questo genere è molto lenta e fondamentalmente dipende dalla buona volontà di chi è richiesto di inviare queste segnalazioni. Si calcola che solo il 10% degli effetti tossici venga raccolto; ma la raccolta non genera la restituzione dei dati alla popolazione.

Diversa sarebbe la situazione se si ricorresse alla farmacovigilanza «attiva». In altre parole, si dovrebbe realizzare una ricerca degli effetti tossici, anziché attendere che piano, piano i risultati vengano raccolti. Bisogna in questo senso ricordare che raccogliere dati di tossicità dei farmaci non è molto popolare, perché la tossicologia dei farmaci è considerata a livello accademico un’attività minore, di scarso prestigio rispetto alle attività di ricerca che offrono nuove terapie. È un po’ la situazione di chi rompe le uova nel paniere o di chi interrompe o rovina il gioco. Ne è prova il fatto che, a fronte all’aumento costante delle riviste mediche, sono poche quelle dedicate alla tossicologia. Anche nelle riviste mediche più lette sono pochi gli articoli che si occupano di effetti tossici. Inoltre, nei rapporti annuali sull’impiego dei farmaci redatti dalle Agenzie regolatorie nazionali sono poche le pagine che descrivono effetti tossici. Si potrebbe sintetizzare questa situazione dicendo: «I benefici dei farmaci si ricercano, gli effetti tossici si attendono». Qualcuno potrebbe dire: «Ma come, gli effetti tossici sono riportati, eccome! Basta leggere il foglietto illustrativo (bugiardino) incluso nelle confezioni dei farmaci per spaventarsi». È vero, ma la lista degli effetti tossici è solo un’autodifesa da parte dell’industria, in modo che, se succede qualcosa, possa dire: «Te l’avevo scritto!».

In realtà, gli effetti tossici sono spesso molto significativi. In un rapporto del Servizio sanitario nazionale della Scozia si riporta che in Europa vi sono ogni anno 8,5 milioni di ammissioni ospedaliere causate da reazioni avverse dei farmaci. Il 70% degli effetti tossici avviene nei pazienti che hanno più di 65 anni, ovviamente più fragili e perciò poco inclusi negli studi clinici controllati. Le reazioni avverse spesso sono presenti nei pazienti – e sono molti – che assumono più di 5 farmaci al giorno, perché le sostanze chimiche che ingeriamo non rimangono tali e quali, ma vengono metabolizzate e perciò possono essere oggetto di interazioni metaboliche o funzionali. Ad esempio, due farmaci che danno una diminuzione del tono muscolare, se somministrati nello stesso giorno, possono reciprocamente potenziare l’uno l’effetto dell’altro fino a provocare cadute e fratture.

Tutto ciò richiede cambiamenti. La raccolta degli effetti tossici dei farmaci deve divenire un compito importante del Servizio sanitario nazionale, in modo da ottenere valutazioni comparative riguardanti la tossicità dei farmaci appartenenti alla stesa classe terapeutica e permettere ai medici di prescrivere i farmaci che a parità d’effetto sono meno tossici.

*presidente Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs Milano

© RIPRODUZIONE RISERVATA