Tutti contro tutti
fa male all’Italia

Il Covid seconda ondata avanza a grandi passi, fa paura e provoca tanto nervosismo. Soprattutto quando le piazze si riempiono da una parte di commercianti, proprietari di palestre, baristi , gente dello spettacolo e ristoratori furiosi per le chiusure imposte dall’ultimo Dpcm e timorosi delle conseguenze del crollo del fatturato, e dall’altra di facinorosi di ogni specie, colore e provenienza persino criminale che sfasciano le vetrine e aggrediscono le forze dell’ordine. E così il primo scontro, il più prevedibile, è quello tra governo e opposizioni. Con queste ultime che chiedono di essere almeno ascoltate, se non consultate, prima che si prendano decisioni importanti (Conte lo promette ma poi quasi sempre se ne dimentica).

Meloni e Salvini in questa loro polemica quotidiana verso Palazzo Chigi («Non ha fatto nulla per impedire il ritorno della pandemia») trovano una insospettata sponda nel Capo dello Stato che all’ultimo Consiglio supremo di difesa ha trovato il modo per ricordare al presidente del Consiglio che in epoca di emergenza nazionale con la minoranza bisogna quantomeno parlare (e chissà, domani fare anche qualcosa di più: non è chiaro se Mattarella stia pensando ad una formula di unità nazionale).

Ma le liti scoppiano anche all’interno del governo e della maggioranza: tra i ministri (i piddini Dario Franceschini e Roberto Speranza contro il grillino Spadafora, la renziana Teresa Bellanova contro tutti e tutti contro il responsabile dell’Economia Gualtieri) e poi tra i partiti: il Pd Zingaretti va a testa bassa contro Matteo Renzi che con una piroetta ha preso le distanze dalle decisioni più impopolari del governo schierandosi dalla parte delle categorie che protestano. E poi ci sono i grillini dove tutti litigano con tutti: in attesa di vedere di nuovo Luigi Di Maio tornare sul trono del movimento e Di Battista rinchiudersi in clausura, i gruppi parlamentari si sfarinano e perdono pezzi, soprattutto al Senato dove la maggioranza si fa ogni giorno più risicata, avvicinando così la necessità di un «soccorso azzurro» (leggi: Berlusconi). Poi si litiga, ma non è una novità, tra Stato, Regioni e Comuni. Beppe Sala attacca il professor Ricciardi, consulente di Speranza al ministero della Salute, perché quest’ultimo non si stanca di invocare la chiusura di tutto a Milano, e riceve così l’insolita solidarietà del governatore Fontana. E intanto il governo impugna la decisione della provincia autonoma di Bolzano che pensa di fare come le pare e di lasciare tutto aperto, a cominciare dai ristoranti, d’accordo con il sindaco di Venezia Brugnaro che addirittura si è fatto fotografare mentre cenava alle cinque del mattino.

Poi ci sono le liti in casa tra coppie che sembravano indistruttibili: quella di Luca Zaia con il professor Crisanti, colui che solo fino a poco tempo fa veniva considerato come il salvatore di Vo’ Euganeo e del Veneto, e che adesso è trattato come una specie di millantatore. Ancora, le battaglie tra medici: virologi, epidemiologi, rianimatori che in tv si litigano lo spazio e i riflettori: l’antipatia che notoriamente divide due star della medicina milanese come il professor Zangrillo e il professor Galli ormai va degenerando verso una probabile querela.

Lasciando perdere il calciatore Ronaldo che ci ha reso edotti sulla sua convinta ostilità (poi ritirata) verso i tamponi, arriviamo ad un bastian contrario notorio, il presidente della Confindustria Aldo Bonomi che quasi ogni giorno attacca a muso duro governo e partiti, indifferentemente di maggioranza e opposizione (che lo ricambiano sentitamente). Probabilmente ci siamo dimenticati qualche altro protagonista di baruffe ma quel che conta è che stiamo assistendo ad un inquietante «tutti contro tutti» sulla scena pubblica come se fossimo immersi in un gigantesco talk show da urlatori. Non è – francamente – un bel vedere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA