I compagni di Walter Scarpellini: «Si è fermato per fotografare l’alba, poi è volato dalla parete per 600 metri»

LA TRAGEDIA. I compagni dell’alpinista 42enne di Zanica precipitato sul Grand Combin: «L’abbiamo visto cadere e in cinque secondi era in fondo: abbiamo pensato subito al peggio». Aveva già scalato 40 vette oltre i 4.000 metri. Mercoledì la salma attesa a Urgnano.

«Stavamo procedendo insieme, anche se non eravamo legati. Io davanti, dietro di me Josef, poi Walter. Sarà stato sì e no a due metri. Walter si è fermato un attimo a fare delle foto, stava arrivando l’alba. Poi è scivolato. Pensavo fosse Josef quando l’ho sentito partire. Ha detto qualcosa, senza urlare, poi l’abbiamo visto precipitare. È stato un attimo». Melissa Iron Paganelli, 30 anni, di Orezzo di Gazzaniga, ricorda così il momento in cui Walter Scarpellini è precipitato sul Grand Combin, in Svizzera, domenica mattina. L’alpinista di 42 anni di Zanica ha fatto un volo di 600 metri, dalla parete della montagna, a circa 400 metri dalla prima vetta della traversata. Recuperato in elicottero dopo circa un’ora, era ancora vivo. Morirà nella tarda mattinata, all’ospedale di Sion.

La salita

Walter era partito con Melissa e l’amico Josef Caccia, 25 anni, anche lui di Orezzo, venerdì scorso. Sabato mattina avevano raggiunto il rifugio Cabane de Valsorey, a 3.030 metri di quota. Qui la cena, nel rifugio altri alpinisti pronti il giorno dopo per la salita al Grand Combin. «Siamo partiti dal rifugio alle 2 di notte - raccontano Josef e Melissa - perché volevamo rientrare presto. Avremmo dovuto raggiungere la prima cima di 4.184 metri, il Combin de Valsorey, intorno alle 7, per poi arrivare alle 9 all’ultima delle tre cime e da qui scendere con gli sci sul Corridor, zona di seracchi. Per questo avevamo gli sci: ci avrebbero permesso di scendere più rapidamente, con la neve ancora dura».

«Un passaggio per lui non particolarmente difficile. Salendo mi ha anche detto che sperava in qualche passaggio un po’ più “divertente”, un po’ più difficile»

I tre iniziano l’ascesa sul canale nord-ovest, innevato e ghiacciato. «Alle 4 eravamo alla base della parete - ricorda Josef - e alle 5 poco sopra, a circa 3.800 metri di quota. Mancava poco alla vetta». È qui che Walter è scivolato. «Lui era poco dietro - continua Josef -. S’è fermato per delle foto, l’abbiamo sentito partire. In cinque secondi era in fondo, un puntino nero che ogni tanto saltava, perché la parete è irregolare». Una parete di circa 45-50 gradi. «Un passaggio per lui non particolarmente difficile - ricorda Melissa -. Salendo mi ha anche detto che sperava in qualche passaggio un po’ più “divertente”, un po’ più difficile».

I soccorsi

Josef chiama subito i soccorsi, ma l’elicottero arriverà solo dopo circa un’ora. «Ci hanno chiesto al telefono che vestiti avevamo, per riuscire a trovarci - racconta Melissa -. Abbiamo però subito dato le nostre coordinate e tutta la nostra ascesa era tracciata». Walter viene recuperato ancora vivo e portato all’ospedale di Sion. Intanto Melissa e Josef scendono a piedi verso la Cabane e poi il paese. «Siamo sempre stati in contatto per sapere come stava Walter, abbiamo pregato per lui - continua Josef -. Poi dal fratello abbiamo saputo che, in tarda mattinata, purtroppo, Walter non ce l’aveva fatta».

Aveva già scalato 40 vette oltre i 4.000 metri, il Grand Combin gli avrebbe permesso di superare la metà dei 4.000 presenti sulle Alpi

I due compagni di cordata vengono interrogati dalla Polizia di Sion poi il rientro a Orezzo di Gazzaniga. La salma è ancora composta nella camera mortuaria di Sion, dovrebbe fare rientro a Urgnano, alla casa della moglie Raffaella Bonalumi, mercoledì 28 giugno. Walter Scarpellini aveva già scalato 40 vette oltre i 4.000 metri, il Grand Combin gli avrebbe permesso di superare la metà dei 4.000 presenti sulle Alpi.

Lascia la moglie e la figlia

Iscritto al Cai di Treviglio, lavorava come rappresentante per la Tomasoni di Ranica, fornitore edile. Appassionato anche di calcetto, aveva militato nella formazione di Bergamo, in serie B. Lascia nel dolore la moglie Raffaella, da cui si era da poco separato, la figlia Greta di 13 anni, i fratelli Rossano e Massimo, la sorella Elena e la mamma Irene.

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