Il piano del ministero sulle fasce acustiche: «Con la zonizzazione più vincoli per Orio»

Aeroporto. Tutta Bergamo fuori dalla zona A, tranne una parte di Campagnola. Comitati dei cittadini perplessi su regole e controlli.

La proposta di zonizzazione acustica è lì, nero su bianco, più che condivisa dai sindaci. Ora c’è tempo fino al 27 novembre per presentare le osservazioni al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, fino alla scorsa settimana Mite, ministero della transizione ecologica. Anche il piano di zonizzazione acustica aeroportuale di Orio è decisamente in transizione: «È il solo strumento a disposizione dei cittadini per governare, vigilare e intervenire sull’aeroporto nel caso non rispettasse i limiti sul rumore» spiega Alessandro Colletta, sindaco di Orio al Serio nelle vesti di padrone di casa, illustrando la proposta.

Cittadini rappresentati dai comitati presenti in forze e da anni in prima linea nel contrastare lo sviluppo dello scalo, ritenuto senza regole. Quelle che un piano di zonizzazione stabilisce, a cominciare dalla definizione della zona di rispetto aeroportuale. In realtà un piano c’era, ma è stato annullato ormai 12 anni fa su ricorso proprio dei comitati. E dopo tutto questo tempo forse a qualcuno è anche venuto il dubbio che non sia stata proprio una mossa azzeccatissima visto che lo scalo è passato da 7,5 milioni di passeggeri ai probabili 13 del 2022. Ma tant’è.

Buon senso e approccio scientifico

Un risultato però è stato ottenuto: tutta Colognola e buona parte di Campagnola sono fuori dalla zona A, quella dove il rumore ammesso è tra i 60 e i 65 decibel. «Un provvedimento molto diverso e decisamente migliorativo rispetto a quello approvato nel 2010, che di fatto lasciava tutta Colognola in zona con rumore superiore a 60 decibel. Sarà importante capire se questa proposta possa essere ancora perfezionata, magari prevedendo ulteriori valutazioni per comprendere se sia possibile escludere quei pochi numeri civici che ancora sarebbero soggetti a rumore oltre quota 60. Il Comune aveva già avanzato questa richiesta» commenta a distanza Stefano Zenoni, assessore all’Ambiente di Palafrizzoni, impossibilitato a presenziare causa problemi di salute.

«È una pietra miliare» la definisce Colletta, mentre Paolo Deforza , responsabile Ambiente di Sacbo, parla di «curve analizzate con buon senso e approccio scientifico sulla base della popolazione esposta, della destinazione d’uso esistente e di quelle previste dai Pgt». Ne consegue una zonizzazione «dalla sagoma non regolare perché recepisce le richieste dei Comuni: con curve lineari alcune parti rischiavano di finire in zona B (quella tra i 65 e i 75 decibel, la C è il sedime aeroportuale - ndr) dove non è ammesso nuovo residenziale e si può anche arrivare alla delocalizzazione» spiega Colletta. Di fatto la zonizzazione, una volta approvata (all’unanimità, e vota pure Sacbo, il che comporta una certa qual mediazione) determinerà vincoli e azioni per lo scalo, con tanto di revisioni biennali. Lo stesso Piano di sviluppo aeroportuale è condizionato all’approvazione.

«Ma dalla carta alla realtà?»

«Ma perché non si è tolta tutta Campagnola dalla zona A?» attacca Gianluigi Mologni, storico esponente dei comitato: in effetti buona parte dei circa 400 cittadini del capoluogo rimasti in quella fascia pare lì localizzata. E lui sposta l’orologio ancora più indietro del già lontano 2010: «Questa proposta è peggiorativa rispetto al 2003», citando risoluzioni dell’Oms. Colletta replica ricordando ancora che «il solo strumento possibile è questo», mentre Serena Trussardi, responsabile del servizio Ecologia e Ambiente di Palafrizzoni conferma quanto scritto da Zenoni: «L’avevamo chiesto, ma tecnicamente quella parte non poteva essere stralciata dalla zona A».

Da Calcinate, il sindaco Angelo Orlando, rileva come «la proposta non contempli il nostro territorio: la variazione delle rotte porta anche noi in zona A, soprattutto per determinate fasce orarie». Ma la preoccupazione davvero comune è quello che può succedere una volta passati «dalla carta alla realtà» per usare la felice immagine di Fausto Amorino, già assessore all’Ambiente a Palafrizzoni, ora Legambiente: «Come verranno fatti i monitoraggi e i controlli?».

Posizione condivisa dalle esponenti di Colognola. Gabriella Pesce chiede «controlli rigorosissimi e sanzioni, finora mai comminate». Le replica Lucia Caroli, tecnico del Comune di Orio: «Non c’era uno strumento per determinarle». E se la zonizzazione può apparire «uno strumento anche utopico», ammette, è un punto di partenza, anche se da Boccaleone arriva un giudizio tranchant: «Esercizio cartaceo». Ma è un punto di partenza «per controllare l’aeroporto, come fatto a Ciampino dove si è arrivati al contenimento operativo» incalza la Trussardi. Leggi riduzione dei voli, che può però essere disposta solo dalla presidenza del Consiglio. E su regole certe, quelle che la zonizzazione prova a dare.

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