Il trapianto che ti cambia la vita: «Io, Stefania, ora sono rinata»

TREVIOLO. La vice presidente dell’Aido locale racconta la sua bella storia. «Dopo la chiamata, corsi subito in ospedale. Diffondere la cultura del dono»

Dal dolore può nascere amore. La triste vicenda di Nicholas Foresti, il giovane treviolese scomparso a causa di un incidente che lo ha visto coinvolto mentre stava lavorando come rider ha portato in dote l’importanza di un gesto d’amore come quello della donazione degli organi. Il 22enne infatti, come simbolico ultimo gesto verso il prossimo, ha donato gli organi: una decisione, quella presa anche dalla famiglia, che permetterà di salvare tante vite. Questa tragedia ha messo in luce, ancora una volta, come la pratica della donazione sia importante e che sempre un numero crescente di persone stanno acconsentendo a questa pratica.

La storia della malattia

«Da quel 23 maggio la mia vita è cambiata - spiega Maria Stefania Brinci, vice presidente di Aido Treviolo che, un anno e mezzo fa, ha ricevuto un trapianto di organi che le ha cambiato l’esistenza -. Ho scoperto, quasi per caso, di soffrire di “rene policistico”, una malattia che va a creare una vera e propria compressione negli organi interni, compromettendone anche la funzionalità. Una malattia che mi ha portata a perdere letteralmente la mia vita di un tempo: ero arrivata a camminare con un deambulatore, avevo problemi respiratori per via della compressione del fegato, ingrossato a sua volta, sui i polmoni; addirittura ero costretta a mangiare o a letto o sul divano: per me stare seduta era praticamente impossibile».

Il giorno della chiamata dall’ospedale

Una vita di passioni, che è svoltata proprio grazie a una telefonata che l’avvertiva della disponibilità di organi provenienti da un donatore: «Quella sera la ricorderò per tutta la vita - spiega Maria Stefania -. Ho ricevuto la chiamata e mi sono fiondata in ospedale per il pre-ricovero. Ero in lista d’attesa da 4 anni, tempi che si erano dilatati anche a causa del Covid. Una volta ricevuto il trapianto di fegato e rene tutto è stato diverso». Dopo un periodo di riabilitazione Maria Stefania sta ora riprendo in mano la sua esistenza, il tutto grazie agli organi ricevuti in donazione: «Gli esami di controllo vanno alla grande - sorride la vice presidente Aido - e sto tornando a vivere la vita di un tempo: quella volta che mi hanno detto che potevo, dopo anni, tornare a mangiare un piatto di pasta stavo quasi per mettermi a piangere».

L’importanza del consenso alla donazione degli organi

Questa, come tante altri vicende simili, ci fa riflettere sull’importanza del dare il consenso alla donazione degli organi: «Da quando ho ricevuto il trapianto mi sono attivata, con Aido Treviolo di cui faccio parte, per diffondere la cultura della donazione: lo facciamo nelle scuole e in tanti altri ambiti: è come un sassolino lanciato in uno stagno che genera onde che si propagano: più si parla di questa opportunità, soprattutto tra i giovani, più persone decideranno di acconsentire alla donazione. Ci sono tanti modi per acconsentire alla donazione - spiega -. A Treviolo ad esempio c’è il progetto “Una scelta in comune” dove si può dare il consenso nel momento del rinnovo della carta d’identità; questo è uno dei tanti modi per fare il consenso a un gesto d’amore puro che, come successo per me, da modo a tante persone di tornare a vivere».

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