Travolto da un tir pirata sulla Teem, il ricordo di Massimo: «Esempio buono con la sua vita»

Il funerale Morto a 51 anni con il collega di Levate: entrambi tubisti stavano lavorando a Peschiera Borromeo sulla tangenziale esterna milanese. «Amico sincero, amato da tutti».

«La vita di Massimo è stata un dono con l’altro, un dono per l’altro. Carissimi familiari, Massimo vi ha lasciato molto impronte, molti esempi buoni che dicono ciò che veramente conta nella vita»: così don Pinuccio Leidi, parroco di Almè, ha voluto ricordare Massimo De Letteriis, il 51enne deceduto nel pomeriggio dello scorso 15 giugno in un incidente stradale insieme al suo collega Stefanita Toeder, 55 anni di Levate.

«La vita di Massimo è stata un dono con l’altro, un dono per l’altro. Carissimi familiari, Massimo vi ha lasciato molto impronte, molti esempi buoni che dicono ciò che veramente conta nella vita» ha ricordato don Pinuccio Leidi.

I due colleghi, tubisti industriali per un’azienda di Lallio, stavano tornando a casa dopo un lavoro a Peschiera Borromeo (Milano) e si trovavano sulla Teem, la Tangenziale esterna milanese, nel tratto tra Liscate e Pozzuolo Martesana. Erano da poco scesi dal furgone, in direzione di Agrate, per verificare la tenuta dei tubi d’acciaio montati come carico e mentre erano in sosta sono stati travolti da un tir, morendo entrambi sul colpo. Il conducente del mezzo pesante, un quarantenne italiano, non si era fermato e aveva proseguito la sua corsa.

«Era legatissimo alla famiglia ed era una persona buona che, pur di vedere tutti felici, metteva sempre al primo posto gli altri rispetto a sé stesso» ha raccontato proprio ieri la moglie Antonella alla camera ardente allestita nella chiesa adiacente alla parrocchiale di Almè

Don Leidi si è rivolto direttamente ai famiglia, la mamma dell’operaio 51enne, la moglie Antonella Roncalli e le due figlie, per ricordare l’esempio di grande generosità che Massimo

ha lasciato alla famiglia e alla comunità. Tantissime le persone presenti che si sono strette nel dolore della famiglia in queste ore. «Era legatissimo alla famiglia ed era una persona buona che, pur di vedere tutti felici, metteva sempre al primo posto gli altri rispetto a sé stesso» ha raccontato proprio ieri la moglie Antonella alla camera ardente allestita nella chiesa adiacente alla parrocchiale di Almè. Visibilmente provata per la perdita dell’amato marito, con fatica è riuscita comunque a parlare di lui, interrotta molte volte da parenti e amici che le portavano il loro cordoglio, esprimendo vicinanza e dispiacere per l’improvviso decesso del marito. «Lui amava stare in famiglia - ha ricordato la moglie con tanta tenerezza ma anche comprensibile sofferenza - e con gli amici. Poi gli piaceva andare in moto ed era un grande lavoratore». Massimo era originario di Sesto San Giovanni e si era trasferito ad Almè nel 2002, dopo aver conosciuto la moglie Antonella con la quale si era sposato nel 2005. Lascia nel dolore la moglie e due figlie: Martina di 20 anni e Maya di 15 anni, oltre alla mamma Teresa con Antonio, la suocera Laura e i parenti tutti.

«Lui amava stare in famiglia - ha ricordato la moglie con tanta tenerezza ma anche comprensibile sofferenza - e con gli amici. Poi gli piaceva andare in moto ed era un grande lavoratore»

«Oltre ad essere molto legato alla famiglia - continua a raccontare la moglie Antonella -, aveva davvero tanti amici e si frequentava ancora con la sua compagnia storica di Milano che conosceva sin da quando era alle elementari. Con loro ha sempre mantenuto un legame stretto e, infatti, adesso sono tutti disperati».

«Un amico sincero, su cui si poteva contare sempre»

Nella giornata di ieri il via vai di amici e parenti nella camera ardente ad Almè è stato continuo e sono stati molti ad esprimere ad Antonella il dispiacere per la morte improvvisa di Massimo. «Fino ad una decina di anni fa - racconta l’amico Raffaele Colleoni di Mozzo - era stato iscritto per 4-5 anni al club Bergamo Diving Center come subacqueo: era appassionato. Io successivamente sono rimasto ancora in contatto con lui: era una bravissima persona, tranquilla e pacata. Un amico sincero, sul quale si poteva davvero contare sempre».

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