Con la fisarmonica nelle case di riposo: «La musica è la cura più bella»

UNA VITA IN MUSICA. Alessandro Moioli, 84 anni, ha fondato «I Valzeriana» e con la nipote Angelica suona valzer, mazurke e polke nelle case di riposo. «È sempre una festa, gli anziani cantano e ballano per ore».

È nei «bassi» che sta la maestria. Nelle dita che scorrono veloci sui 120 bottoncini di sinistra. Altro che basi registrate, qui si va per quinte, tutte in testa. «È questo il bello», spiega Sandrino con gli occhi azzurri che brillano. All’anagrafe Alessandro Moioli, lascia scorrere la sua arte con tecnica e poesia. Una parola, e poi attacca con le note. Via di valzer, polka, mazurka, beguine e tango. La fisarmonica è il suo mondo, da quando è bambino. E in questo mondo danza con tutta la famiglia.

Sandrino, 84 anni portati con nonchalance, è il leader de «I Valzeriana». Se l’estate è la stagione dei concerti per eccellenza, il suo gruppo è in tournée tutto l’anno nelle case di riposo della provincia. L’agenda è tornata a riempirsi di date dopo lo stop forzato per il Covid. Il repertorio è variabile, e il format pure. C’è la moglie Luciana a fare da «manager tuttofare», le figlie Chiara e Marianna, insegnanti di pianoforte che lo accompagnano alla pianola, e soprattutto la nipote Angelica che tra tamburello e maracas tiene il ritmo. Qualcuno avrà incontrato il suo sorriso gentile al Circolino di Città Alta, dove lavora. «Tra me e il nonno c’è un legame speciale, sono cresciuta con lui, con la sua musica», ammette. E basta guardarli mentre suonano insieme per capire l’intesa rara. A 27 anni il tempo libero spesso è il tempo dedicato a portare un po’ di allegria ai nonnini delle Rsa.

«È sempre una festa. Gli anziani ballano e cantano per ore. Ho iniziato 20 anni fa, dal Gleno in città, e poi ci hanno chiamato dappertutto», assicura Sandrino. «È incredibile vedere come anche chi soffre di Alzheimer si ricordi a memoria tutte le parole. Spesso si commuovono con “Mamma” di Claudio Villa», riprende il filo Angelica. La musica fa bene, è la miglior terapia, non ha dubbi Sandrino. «Mantiene giovani e in salute, quando suono non penso più a niente», svela l’elisir. E via con «La cumparsita», «Rosamunda», per ogni fase della vita che racconta sceglie una colonna sonora. Impossibile resistere. «Ho sentito per la prima volta suonare la fisarmonica alla festa della Comunione di mia cugina, sono tornato a casa e ho fatto una testa così a mio papà: “Voglio imparare”. Avevo 11 anni, da allora non mi sono più fermato», ricorda. In realtà le lezioni sono state solo quattro - «Il maestro è partito militare» - quindi poi ha fatto tutto da solo, «seguendo i motivi alla radio. Ne so centinaia, tutti a orecchio».

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