Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 18 Gennaio 2024
Disturbi alimentari, al «Matteo Rota» l’ambulatorio dedicato ai più giovani
IL NUOVO SERVIZIO . Da lunedì 22 gennaio l’èquipe multidisciplinare dell’Asst «Papa Giovanni» a disposizione, su appuntamento, dei ragazzi tra i 14 e i 24 anni. Emi Bondi: «Casi in netto aumento dopo la pandemia».
«Sappiamo che c’è un grandissimo sommerso, e il fenomeno è in crescita. Il punto principale è quello di aiutare le persone a prendere consapevolezza della propria situazione». Emi Bondi, direttrice del dipartimento di Salute mentale e delle dipendenze dell’Asst Papa Giovanni, pone sotto la lente la diffusione del fenomeno e la necessità di farsene carico. Così, da questa settimana il «Papa Giovanni» mette in campo una nuova risposta: da lunedì 22 gennaio, all’interno del presidio all’ex «Matteo Rota» (via Garibaldi 13, Padiglione Mazzoleni, primo piano) è operativo un nuovo ambulatorio dedicato ai giovani dai 14 ai 24 anni con un esordio di disturbi del comportamento alimentare, come anoressia, bulimia o disturbo dell’alimentazione incontrollato. «Il percorso tipico è quello di un incontro con uno psicologo e uno psichiatra, eventualmente anche con un nutrizionista, per valutare la diagnosi, l’appropriatezza dell’invio e la tipologia di percorso – spiega Bondi –. Se la persona ha questa patologia viene presa in carico da un servizio costituito da una équipe multidisciplinare, composta da psicologo, nutrizionista, tecnico della riabilitazione, internista per valutare il quadro organico, dietista. Si segue la persona e si ascolta anche la famiglia: questo nuovo ambulatorio è inserito nella rete del “Papa Giovanni”, con la Psichiatria e la Pediatria nel caso di paziente minorenne, cercando così di creare una filiera ampia di cura. Per l’aspetto residenziale-riabilitativo ci appoggiamo alla Casa di cura Palazzolo o al Centro di Piario».
Come si accede
Da lunedì 22 gennaio il «Papa Giovanni» ha aperto le agende del nuovo ambulatorio, così da avviare le prime prese in carico. L’accesso è solo su appuntamento, con prenotazione tramite il numero 035/22.78.626 (da lunedì a venerdì dalle 8,30 alle 13,30) oppure via mail all’indirizzo [email protected]. Tra i requisiti per l’accesso c’è quello di avere la residenza in uno dei Comuni del territorio di competenza dell’Asst Papa Giovanni per quel che riguarda la Neuropsichiatria infantile (69 Comuni tra città, Hinterland, Valle Brembana e Valle Imagna) e Psichiatria (58 Comuni tra città, Hinterland e Valle Brembana, l’elenco completo è disponibile tramite il sito www.asst-pg23.it). «In rete con l’ambulatorio – spiega il “Papa Giovanni” – saranno messi a disposizione dei pazienti con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, per la gestione di una eventuale fase acuta della malattia, due posti letto di day hospital e due posti letto di Medicina».
La consapevolezza
Il nuovo ambulatorio è inserito nel Piano regionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e della alimentazione ed è stato attivato nell’ambito delle risorse previste dal Fondo nazionale (recentemente non rifinanziato dal governo per il prossimo biennio, ma Regione ha assicurato la copertura anche per il futuro). Ma quali sono gli scogli nell’intercettare i nuovi pazienti? «Nel farsi curare per i disturbi del comportamento alimentare non c’è uno stigma – premette Bondi – perché il bisogno è evidente e conclamato. Il nodo di queste patologie è un altro: chi sta attorno al paziente ha la consapevolezza che quella persona sia malata, ma i pazienti spesso non vogliono chiedere aiuto. Queste persone, soprattutto giovani ragazze, hanno paura a riprendere peso e a intraprendere un percorso: per questo una parte importante del nostro lavoro è quella di creare anche la motivazione alla guarigione e alla cura. È fondamentale aiutare queste persone ad avere consapevolezza che il rifiuto del cibo non è un atto di volontà, ma una malattia».
Il bisogno è in aumento, l’epidemiologia racconta di un significativo incremento dei casi dal post-Covid e di un abbassamento dell’età d’esordio dei sintomi: «Sappiamo che c’è un grandissimo sommerso – rimarca Bondi –. Sono disturbi che arrivano in Pronto soccorso a volte in condizioni drammatiche, o perché ci sono complicanze o comorbilità con altri disturbi psichiatrici. Riteniamo realisticamente che l’apertura di questo nuovo servizio riscuoterà un grande afflusso di persone, perché la richiesta è forte. È così ovunque, a livello nazionale si parla di tre milioni di giovani, soprattutto ragazze, con queste tipologie di disturbo».
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